Gli eredi di Totò, attraverso i loro rappresentanti legali, hanno emesso una richiesta ufficiale rivolta alle attività commerciali in tutta Italia, invitandole a cessare l’uso del nome e dell’immagine dell’illustre artista a scopi commerciali e pubblicitari.
L’immagine di Totò: da icona a brand protetto
Questa mossa mira principalmente a impattare le pizzerie, i ristoranti e le paninoteche che finora hanno utilizzato, senza autorizzazione, l’immagine del celebre attore e la sua famosa poesia “A Livella”.
Elena De Curtis, nipote di Totò, ha dichiarato al quotidiano Il Messaggero: “Si tratta di una questione di rispetto per mio nonno. Ci imbattiamo continuamente, anche nei luoghi più inaspettati, nel suo nome e nelle sue immagini utilizzati senza il minimo rispetto del diritto d’immagine”. Gli eredi stanno persino considerando la possibilità di creare un marchio e un format di ristoranti e pizzerie che richiameranno il nome e l’immagine di Totò, in risposta alle numerose attività che lo hanno utilizzato illegalmente.
Il tribunale di Torino ha emesso un provvedimento che impone la rimozione di ogni riferimento all’artista nei segni distintivi dei locali, dai siti web ai contenitori per l’asporto, dai menù ai biglietti da visita e agli scontrini.
Totò diventa brand: stop agli sfruttamenti dell’immagine in pizzerie e ristoranti e pizzerie
Numerosi esercizi commerciali in diverse città italiane hanno già provveduto a modificare i riferimenti a Totò in seguito a questa decisione.
Nel febbraio scorso, la pizzeria “Totò e Peppino” di Porto d’Ascoli ha annunciato di aver cambiato nome improvvisamente in risposta all’iniziativa degli eredi dell’attore. Situazioni simili si sono verificate in altre pizzerie.
In altre parti d’Italia, diversi ristoranti e pizzerie hanno avviato procedure di mediazione per trovare un accordo. Elena De Curtis ha dichiarato: “Noi chiediamo semplicemente una regolamentazione. Siamo disposti a dialogare, come abbiamo sempre fatto. In alcuni casi stiamo anche concedendo autorizzazioni d’uso. Quando non c’è cattiva fede, si può trovare un punto d’incontro. Siamo consapevoli che Totò è amato da tutti, ma ciò non deve pregiudicare la tutela dei suoi diritti”.