La senatrice a vita Liliana Segre, che ha vissuto l’orrore dei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale, si è sentita così provata dagli insulti ricevuti sui social in relazione alle proiezioni del documentario sulla sua vita ‘Liliana’ di Ruggero Gabbai, che mercoledì ha deciso di non partecipare a un evento al Memoriale della Shoah di Milano in occasione del Giorno della Memoria. La notizia è stata comunicata dal presidente del Memoriale, Roberto Jarach.
Liliana Segre, assente al Memoriale della Shoah: provata dagli insulti
Le offese rivolte alla senatrice sono apparse sulla pagina social della Mediateca Regionale Ligure in risposta a un post riguardante il film “Liliana”, che narra la storia di Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio.
“Esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alla senatrice a vita e ribadiamo il nostro impegno contro ogni forma di odio e intolleranza”, ha dichiarato il sindaco della Spezia, Pierluigi Peracchini.
Il presidente del Memoriale, Roberto Jarach, ha affermato che le parole hanno un peso significativo e devono essere utilizzate con attenzione, evitando l’abuso che è diventato quasi una consuetudine, come nel caso del termine genocidio. Ha sottolineato l’importanza di evitare espressioni d’odio che possono facilmente sfociare in antisemitismo e generare ulteriori tensioni nella società.
Il film è costruito su interviste e documenti d’archivio, raccolti e conservati dalla Fondazione CDEC, che sono stati forniti al regista Ruggero Gabbai per presentare una prospettiva originale sulla vita di Liliana Segre.
L’evento del comune di Milano per la proiezione del film su Liliana Segre
In occasione del Giorno della Memoria, il comune di Milano ha programmato la proiezione del film, che avrà luogo il 27 gennaio presso il cinema Ducale di Milano.
“Con questi episodi di negazionismo queste attività diventano sempre più importanti”, ha dichiarato la presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi.
Infine, ha espresso la speranza che lunedì venga approvata la creazione di una commissione contro il linguaggio d’odio, simile a quella proposta da Liliana Segre in Parlamento.