Il caso di Liliana Resinovich continua a scuotere l’opinione pubblica. A oltre tre anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel dicembre 2021, e dal ritrovamento del corpo nel boschetto dell’ex Opp di Trieste, la verità su quanto accaduto resta avvolta nel mistero. Ora, nuovi sviluppi rimettono al centro dell’attenzione il marito, Sebastiano Visintin, indagato per l’omicidio. Tra testimonianze contrastanti, apparizioni pubbliche e indizi ancora da chiarire, il giallo si arricchisce di nuovi elementi inquietanti.
La morte di Liliana Resinovich: Sebastiano Visintin indagato per l’omicidio
Dopo essere stato iscritto nel registro degli indagati, Sebastiano Visintin ha lasciato Trieste per trasferirsi temporaneamente a Villacco, in Austria. Ha dichiarato di sentirsi “tranquillo”, anche se non sa quando tornerà. Al momento non ci sono restrizioni nei suoi confronti, ma la procura potrebbe convocarlo a breve.
Nel frattempo, le indagini proseguono: una perquisizione nella sua abitazione ha portato al sequestro di numerosi oggetti, circa 700, tra cui abiti, utensili da taglio e un paio di guanti, considerati rilevanti. Su un involucro di plastica trovato sul corpo di Liliana è stata, infatti, rilevata un’impronta compatibile con un guanto. Gli esperti stanno cercando di accertarne la provenienza.
Intanto, la super perizia disposta dalla procura esclude il suicidio: la morte di Liliana sarebbe stata causata da terzi. Un elemento che riapre scenari finora incerti, dando nuova direzione a un’inchiesta ancora lontana dalla conclusione.
Liliana Resinovich, Sebastiano Visintin sotto i riflettori: la sua ultima apparizione cambia tutto
Il caso di Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita tre settimane dopo nel bosco dell’ex Opp di Trieste, si arricchisce di nuovi risvolti inquietanti. Al centro dell’attenzione torna Sebastiano Visintin, marito della vittima, già noto per aver fornito agli investigatori alcuni video girati con una GoPro la mattina della scomparsa.
Nei filmati, Visintin è ripreso mentre percorre in bicicletta i sentieri del Carso triestino: inizialmente considerati una conferma della sua estraneità, oggi quei contenuti rischiano di assumere un significato ben diverso. Le immagini documentano con chiarezza gli abiti indossati durante l’escursione, recentemente sequestrati dagli inquirenti. Alcune fibre ritrovate sul corpo di Liliana potrebbero infatti essere compatibili con quei tessuti.