Oltre il danno, anche la beffa.
Non solo una ventenne della provincia di Nuoro è stata licenziata dalla sua azienda perché era incinta ma, prima della brutta notizia, è stata praticamente costretta fare un test di gravidanza sul posto, recandosi in bagno. Questo è quanto è stato denunciato dalla giovane che ha raccontato il tutto alla Cgil.
Il caso
Stando alle parole della ragazza, il tutto è avvenuto il 15 novembre dello scorso anno in una piccola azienda che si occupa di servizi di pulizia.
La ventenne aveva un contratto Multiservizi a tempo indeterminato ottenuto dopo aver superato con successo il mese di prova. La gioia per aver trovato un lavoro stabile è durata però molto poco, perché dopo aver accusato un malessere, la datrice di lavoro le ha portato un test di gravidanza, in presenza di altri colleghi, ordinandole di farlo immediatamente.
La ventenne non ha potuto nemmeno tirarsi indietro perché, stando alle sue parole, la datrice di lavoro l’aveva praticamente costretta, minacciando un suo licenziamento in caso di rifiuto.
Non conoscendo i suoi diritti, la ragazza si è quindi sottoposta e, anche se il test era risultato al tempo negativo, qualche tempo dopo, verso metà gennaio, scoprì di essere davvero incinta.
A quel punto aveva ricevuto dall’Asl un certificato per l’astensione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio, comunicando il tutto alla Cgil che si è occupata di avvisare sia l’azienda che l’Inps.
L’inizio dei guai
È su per giù a questo punto, poco dopo aver comunicato il suo stato interessante, che l’azienda ha smesso di pagarle lo stipendio.
La ventenne si è recata quindi al sindacato per sottolineare che non aveva ricevuto la mensilità di gennaio, ed è così che ha scoperto la notizia: era stata licenziata. Stando a quanto ha scoperto in seguito la ragazza, l’azienda ha inviato la comunicazione del licenziamento per giusta causa alla Unilav tramite WhatsApp.
Il motivo? Secondo l’azienda avrebbe nascosto di essere incinta e, a causa della gravidanza, non sarebbe più in grado di svolgere le sue mansioni.
Al momento la Filcams Cgil ha denunciato il caso all’Ispettorato del lavoro di Nuoro, alla Asl locale e all’Inps e si attendono aggiornamenti in merito. L’azienda, per il momento, non sembra aver rilasciato dichiarazioni sulla vicenda.