In un’intervista rilasciata su “Mattino Cinque News”, una ex hostess racconta la sua esperienza di aggressione sessuale ad opera di un sindacalista dell’aeroporto di Malpensa, che è stato poi assolto nei due gradi di giudizio. La donna racconta di essersi trovata da sola con lui in un ufficio sindacale vuoto. L’uomo aveva aperto la porta con le sue chiavi, senza mostrare alcun interesse per i suoi problemi con la compagnia aerea. Dopo aver verificato che fossero soli, l’ha invitata a sfogarsi.
Con sedicenza, l’ex hostess continua a raccontare dell’attacco. Appena chiusa la porta, l’uomo la ha afferrata, baciandola sul collo e palpeggiandola. In quel momento, la paura ha paralizzato la donna, che è riuscita a fermarlo verbalmente solo dopo aver superato un blocco emotivo. La donna, sorpresa dalla sentenza di assoluzione, commenta che sembra che la sua paura non fosse legittima perché l’uomo aveva una corporatura media.
Nelle motivazioni della sentenza, che si estendono per cinque pagine, il tribunale ha dichiarato che non c’erano i “requisiti” di “violenza, minaccia o abuso di autorità” per stabilire un reato di violenza sessuale e che “il titolo e il ruolo dell’imputato non portavano con sé, di fatto, alcuna supremazia” sulla donna. Quando le è stato chiesto del tempo di reazione, fattore decisivo per l’assoluzione del sindacalista, la donna ha risposto che non aveva un cronometro in mano.
“Confermo, come espresso al giudice, che la questione è durata tra i 20 e i 30 secondi. Perché nel corso del nostro incontro non ha manifestato altre intenzioni prima?”, ha concluso.