Milano, 30 mag. (Adnkronos Salute) – "Siamo 50 medici che si sono ritrovati dopo 50 anni dalla laurea conseguita all'università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Siamo stati testimoni, avendo esercitato la professione in ambito ospedaliero, universitario e nei servizi territoriali, dell'intero arco della riforma sanitaria del 1978". "Abbiamo seguito l'evolversi e l'involversi del Servizio sanitario nazionale", "ascesa e declino". Nel frattempo "la società italiana è cambiata", invecchiata. Ma "l'aumento dei bisogni di salute riceve risposte differenti e troppo spesso inadeguate a seconda della regione in cui vive il paziente". E "l'attuazione dell'autonomia differenziata potrebbe ulteriormente aggravare questa situazione già inaccettabile". E' lo sfogo che un gruppo di camici bianchi 'senior' della sanità italiana ha affidato a una lettera aperta, "alle istituzioni, all'opinione pubblica, a tutte le parti in causa", che porta in calce una cinquantina di firme, di specialisti di ogni settore, dalla ginecologia alla pneumologia, dalla geriatria all'oncologia, dalla pediatria alla psichiatria, dall'endocrinologia all'immunologia, di base in diverse città d'Italia.
La preoccupazione degli esperti? Che anche adesso si stia "cercando di curare i sintomi" e non la malattia, "la radice del problema". Ed è così che "si tenta di ridurre il problema delle liste d'attesa, senza riuscirci", spiega all'Adnkronos Salute uno dei firmatari, Salvatore Di Giulio, nefrologo di lunga esperienza che è stato direttore del Dipartimento dei Trapianti dell'ospedale San Camillo di Roma, oggi in pensione. Di Giulio riassume i principali contenuti emersi dal confronto fra questi specialisti che hanno condiviso gli anni della formazione universitaria. "E' uno sfogo, certo, e non siamo né i primi né gli ultimi. Ma vuole avere anche uno scopo propositivo", puntualizza.
E infatti la lettera si chiude con una proposta: "Che, senza distorsioni e polemiche pretestuosamente di parte, si decida da parte delle forze politiche, sociali e sindacali" di "indire una sorta di Stati generali del Ssn, una nuova 'Costituente' di tutti gli attori in causa, che indichi soluzioni concrete e durature per la correzione del sistema. Colpevole sarebbe, nei confronti di tutti i cittadini e in particolare delle nuove generazioni, che il Ssn si sfasci per ignavia e/o per interessi economici particolari". Una nuova levata di scudi per il Servizio sanitario nazionale, che arriva a distanza di meno di 2 mesi dall'iniziativa che ha visto protagonisti 14 importanti scienziati italiani tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi, in difesa della sanità pubblica. "Noi firmatari di questa lettera – spiegano i medici senior – non vogliamo e non possiamo tacere di fronte a questa deriva negativa e, anche se ormai non ricopriamo posizioni decisionali, ci sentiamo in dovere, sulla base della nostra lunga esperienza maturata nei più svariati campi della medicina, di denunciare la scarsità di iniziative coordinate che, anche in momenti di risorse economiche limitate, sta forzando il cittadino a pagarsi in proprio molte cure mediche".