I leoni marini stanno mostrando comportamenti inaspettatamente aggressivi sulle spiagge della California, suscitando preoccupazione tra i bagnanti. Alcuni testimoni raccontano di essere stati aggrediti da questi animali, che sembrano agire in modo disorientato e imprevedibile. Ma cosa c’è dietro a questo comportamento insolito? Ecco le possibili cause di questa strana escalation.
Leoni marini attaccano i bagnanti in California
Diversi bagnanti hanno raccontato di essere stati aggrediti da leoni marini sulle spiagge della California, osservando che gli animali sembravano disorientati e aggressivi.
Il 3 aprile 2025, Phoebe Beltran, 15 anni, è stata morsa mentre nuotava a Long Beach, una delle spiagge più popolari della California. Inizialmente, credeva di essere stata attaccata da uno squalo, poi ha notato un leone marino allontanarsi.
Secondo quanto riportato dalla BBC, un surfista coinvolto in un attacco al largo della costa della California meridionale ha deciso di approfondire il comportamento anomalo dei leoni marini. E ciò che è stato scoperto rappresenta una drammatica rivelazione.
Leoni marini attaccano i bagnanti in California: c’è una precisa ragione
I leoni marini hanno iniziato ad attaccare i bagnanti all’inizio di aprile senza apparente motivo. Questi animali, solitamente pacifici, si sono improvvisamente rivolti contro le persone che, dal 1972, convivono con loro grazie alla protezione garantita dal Marine Mammal Protection Act, che tutela le specie marittime minacciate dalle attività umane.
Da alcune settimane, i volontari del CIMWI, Channel Islands Marine & Wildlife Institute, sono impegnati nel salvataggio dei leoni marini malati, principalmente nella zona di Oxnard. Si teme che centinaia di leoni marini, più di 100 delfini e numerosi uccelli siano stati avvelenati dopo aver ingerito pesci contaminati da alghe tossiche, che hanno proliferato lungo la costa della California meridionale nelle ultime settimane.
“Quando la tossina entra in circolo, impazziscono completamente. Sono spaventati e disorientati. Non capiscono dove si trovino”, ha commentato alla Cnn John Warner, direttore del Marine Mammal Care Center di Los Angeles.
Al centro di questa trasformazione c’è l’acido domoico, una tossina naturale prodotta da microalghe. Questa entra nella catena alimentare marina attraverso il processo di upwelling, che porta in superficie acque fredde e nutrienti dai fondali oceanici. Sebbene il fenomeno sia naturale, il riscaldamento globale e l’uso di fertilizzanti in agricoltura stanno favorendo la proliferazione incontrollata delle alghe tossiche.
Gli animali colpiti da acido domoico mostrano tremori, crisi epilettiche, letargia e problemi cardiaci fatali. I leoni marini trattati hanno il 55-65% di probabilità di sopravvivere, mentre per i delfini comuni l’ingestione è quasi sempre mortale.