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Una situazione insostenibile
Davanti alla Questura di Torino, una lunga fila di persone si accampa al freddo, in attesa dell’apertura dell’ufficio immigrazione. La scena è diventata quotidiana, con centinaia di migranti e richiedenti asilo che sperano di ottenere un appuntamento per il rinnovo del permesso di soggiorno. “Siamo qui per un semplice foglio che ci permetta di rinnovare il contratto lavorativo o trovare una casa in affitto”, racconta una giovane colombiana, studentessa di relazioni internazionali all’Università di Torino.
I diritti negati
La mancanza di un documento valido comporta gravi conseguenze per chi vive in Italia. “Senza questo documento, tutti i diritti vengono meno. Uscire di casa senza è un rischio per noi”, continua la studentessa, mostrando le coperte e il sacco a pelo necessari per affrontare le notti all’aperto. La situazione è particolarmente difficile per le famiglie: “Io dormo qui da una settimana e sono in Italia da 16 anni. Mia figlia è costretta a saltare la scuola perché senza permesso di soggiorno non la fanno entrare”, racconta una donna, visibilmente preoccupata per il futuro della sua famiglia.
Un sistema in crisi
Questa emergenza evidenzia le lacune del sistema burocratico italiano, incapace di gestire un numero crescente di richieste. Le persone in fila non cercano la carità, ma un riconoscimento dei loro diritti. “La gente ci vede in fila e ci fa la carità, ma a noi non serve. Noi lavoriamo e siamo qui solo per avere un documento”, afferma la studentessa, sottolineando la dignità di chi si trova in questa situazione. La Questura, oberata di lavoro, non riesce a garantire un servizio adeguato, lasciando le persone in attesa per giorni, se non settimane.