Milano, 13 feb. (Adnkronos Salute) – Il profumo di Tutankhamon? Legnoso, dolce e insieme piccante. Così viene descritto l'odore delle mummie dell'antico Egitto in una ricerca pubblicata sul 'Journal of the American Chemical Society', frutto di una collaborazione tra restauratori e curatori del Museo egizio del Cairo e scienziati di Slovenia, Polonia e Regno Unito.
"E' la prima volta che l'aroma emesso dai corpi mummificati viene studiato sistematicamente combinando un mix di tecniche strumentali e sensoriali, tra cui un 'naso elettronico' e 'annusatori' umani addestrati" ad hoc, spiegano gli autori che hanno analizzato 9 mummie egiziane ricavando indizi sui materiali utilizzati nella mummificazione, su come si sono evoluti ingredienti e procedure, nonché sulle tecniche di conservazione adottate nei musei. Se l'obiettivo principale di queste indagini è aiutare gli addetti ai lavori a proteggere i resti custoditi, preservandone fra l'altro il patrimonio olfattivo, lo studio permetterà un giorno di coinvolgere i visitatori in esperienze sensoriali inedite.
"Per gli antichi egizi la mummificazione era un'importante pratica volta a preservare il corpo e l'anima per l'aldilà attraverso un rituale dettagliato di imbalsamazione del defunto che utilizzava oli, cere e balsami", illustra Ali Abdelhalim, direttore del Museo egizio del Cairo e co-autore dell'articolo. "La pratica si è evoluta nel tempo e l'identificazione delle diverse tecniche e dei differenti materiali impiegati offre informazioni sull'epoca, la posizione e lo stato socio-economico del defunto".
L'olfatto, in particolare, veniva considerato un fattore chiave – precisano gli esperti – poiché gli odori gradevoli erano associati ai corpi delle divinità e alla loro purezza, mentre quelli sgradevoli erano ritenuti un segno di corruzione e decadimento. Ancora oggi, a distanza di circa 5mila anni, i restauratori descrivono spesso l'aroma delle mummie come "piacevole", il prodotto di oli di pino, cedro e ginepro, di resine gommose come mirra e incenso, di cere. Un profumo finito sotto la lente della scienza.
I ricercatori hanno usato un gascromatografo abbinato a uno spettrometro di massa per misurare le sostanze chimiche emesse dalle 9 mummie esaminate, tutte conservate ed esposte al Museo egizio del Cairo. Inoltre, un gruppo di 'nasi' umani è stato reclutato e formato per descrivere gli odori di questi corpi imbalsamati in termini di qualità, intensità e piacevolezza. Grazie a questo insieme di metodiche, gli autori dello studio sono stati in grado di distinguere se un composto chimico olfattivo derivava dal reperto archeologico, oppure da prodotti di conservazione o pesticidi aggiunti in seguito, o ancora dal naturale deterioramento dei resti per effetto di muffe, batteri e altri microrganismi. La ricerca ha indicato nell'esame dell'odore un parametro efficace e non invasivo per categorizzare e analizzare chimicamente i reperti antichi.
"L'odore dei corpi mummificati ha suscitato per anni un grande interesse tra gli esperti e il pubblico in generale, ma finora non era stato condotto nessuno studio scientifico combinato chimico e percettivo – afferma Matija Strlič, della Ucl Bartlett School Environment, Energy & Resources e dell'università di Lubiana, autore principale del lavoro – Questa ricerca innovativa ci aiuta davvero a pianificare meglio la conservazione e a comprendere gli antichi materiali per l'imbalsamazione, aggiungendo un altro livello di dati utili ad arricchire l'esposizione museale dei corpi mummificati".
"Due aspetti di questo studio mi colpiscono – rimarca Cecilia Bembibre della Ucl Bartlett School of Environment, Energy & Resources – Innanzitutto gli odori hanno rivelato nuove informazioni, evidenziando l'importanza di usare i nostri sensi per comprendere il passato. In secondo luogo, mentre la maggior parte delle ricerche sui corpi mummificati finora si è svolta nei musei europei, qui abbiamo lavorato a stretto contatto con i colleghi egiziani affinché la loro competenza ed esperienza percettiva fossero rappresentate, e abbiamo sviluppato congiuntamente un approccio etico e rispettoso allo studio dei corpi mummificati".
"Acquisire una conoscenza più approfondita della conservazione e della storia materiale degli antichi corpi mummificati" non è l'unico scopo dello singolare studio scientifico. "La ricerca consentirà ai musei di coinvolgere il pubblico non solo visivamente, ma anche attraverso l'olfatto", immergendolo in veri e propri "paesaggi olfattivi'", prospettano gli autori. In futuro, il team lavorerà infatti a una "ricostruzione contemporanea dell'odore degli antichi corpi mummificati, che permetterà al pubblico di sperimentare questo importante aspetto dell'antico patrimonio egiziano e di avvicinarsi alle pratiche di imbalsamazione e conservazione in un modo coinvolgente". Al museo, oltre agli occhi, servirà anche il naso.