Milano, 1 apr. (askanews) – Scoperta soltanto nel 1976 quando uccise 34 veterani dell’esercito americano riuniti in un albergo di Philadelphia, la legionella in Italia, come in altri Paesi occidentali, è in crescita e riguarda solo marginalmente ospedali e struture ricettive. È quanto emerso a Milano durante un convegno organizzato da Initial, multinazionale che si occupa di benessere degli spazi comuni, igiene e sicurezza nelle imprese, su questo batterio silenzioso che è presente in natura negli ambienti acquatici senza costituire una minaccia, ma che diventa un pericolo quando prolifera all’interno degli impianti idraulici a temperature tra i 20 e i 50 gradi.
“Questa patologia – ha detto Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene Generale e Medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano – si trasmette non per contagio interumano, ma solo attraverso l’inalazione di aerosol utilizzato, anche banalmente in casa o negli ospedali, nelle strutture di ricovero per anziani, l’acqua calda, l’aerosol che noi inaliamo quindi è fondamentale la prevenzione a livello ambientale e in un’ottiva onehelth, ci vuole la competenza di vari specialisti, per ridurre questa moltiplicazione di un batterio che è presente nell’ambiente e purtroppo si replica bene ad esempio nelle vasche di raccolta e nei serbatoi di acqua calda”.
Da qui la necessità di controllare tutti gli edifici a rischio, compresi uffici, fabbriche, scuole e abitazioni.
“Le persone a rischio – ha sottolineato Riccardo Tartaglia, professore presso l’Università G. Marconi di Roma – sono quelle di età avanzata, che hanno già delle patologie in atto, o che seguono delle teapie che indeboliscono le difese immunitarie. Noi dobbiamo fare delle valutazioni del rischio di legionellosi, soprattutto là dove abbiamo delle strutture sanitarie con dei vecchi impianti. Vale anche, direi ancora di più, per abitazioni e uffici perché quando parliamo di ospedali si tratta di ambienti controllati da questo punto di vista”.
La prevenzione e il controllo della Legionella sono regolamentati da un decreto legislativo del 2023 e dalle Linee Guida del Ministero della Salute nel 2015 e l’importante è sopratutto affidare queste attività a soggetti specializzati.
“Quello che cerchiamo di sposare è un approccio metodologico che è volto a una progressiva riduzione del rischio tramite una serie di analisi, la consulenza, l’aderenza alle normative previste” ha sottolineato Maria Francesca Torriani
Marketing & Sales Excellence Manager Hygiene Division di Initial Italia.
Un percorso che comincia con un sopralluogo e la verifica della documentazione e prosegue con la redazione del Documento di Valutazione del Rischio (Dvr). Segue l’elaborazione di piani di monitoraggio e manutenzione mirati, fatti du campionamenti e analisi di laboratorio certificate e in caso di contaminazione sanificazioni specifiche mirate per ripristinare la sicurezza degli impianti.