La Grecia è diventata il primo paese cristiano-ortodosso a dare il via libera alle nozze gay, ma questa decisione non sembra essere stata accolta troppo favorevolmente dalla Chiesa ortodossa greca. Stando a quanto riportato dal Guardian infatti, i religiosi hanno addirittura chiesto una scomunica dei deputati che hanno sostenuto tale legge.
Una decisione “demoniaca”
Quella che per la Chiesa ortodossa greca è una decisione definita “demoniaca” non può avere come altra conseguenza una scomunica per tutti i deputati, definiti “legislatori immorali”, che hanno supportato l’approvazione della legge che legalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso. A rivelare la reazione dei religiosi è stato il Guardian, aggiungendo come le autorità ecclesiastiche di Corfù abbiano già annunciato di vietare la partecipazione a qualsiasi rito religioso a due parlamentari locali.
Ma il vescovo dell’isola non ha ancora messo la parola fine alla questione, ha infatti ribadito che entrambi i parlamentari, accusati di aver commesso il “più profondo errore spirituale e morale”, sono ancora in tempo per pentirsi di ciò che hanno fatto, solo così potranno evitare la scomunica e prendere parte alla vita della loro comunità religiosa.
Le critiche del leader spirituale
Anche il leader spirituale greco, l’arcivescovo Leronymos, ha avuto da ridire sulla questione nonostante il suo atteggiamento moderato, soprattutto se consideriamo che molti ecclesiastici hanno definito la legge come “puro male”. Il leader aveva infatti suggerito di organizzare un referendum popolare per prendere una decisione in merito alla questione.
Legge che ha esteso il riconoscimento dei diritti genitoriali anche alle coppie gay senza dare loro però la possibilità di avere figli tramite la maternità surrogata.