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Legge di bilancio 2023: preoccupazioni per il settore delle costruzioni

Preoccupazioni per il settore delle costruzioni nel 2023

L'Ance esprime timori per gli effetti della manovra sul settore delle costruzioni e sulla crescita economica.

Il grido d’allerta dell’Ance

L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha lanciato un allarme riguardo agli effetti potenzialmente devastanti della Legge di bilancio 2023 sul settore delle costruzioni. Durante un’audizione, la presidente Federica Brancaccio ha sottolineato che “fermare l’edilizia significa fermare il Paese”, evidenziando l’importanza cruciale di questo settore per la crescita economica italiana. La mancanza di proroghe per le misure relative al caro materiali, in particolare, potrebbe mettere a rischio oltre 10 miliardi di euro di investimenti previsti per il 2025.

Rischio di blocco dei cantieri

Secondo l’Ance, la Legge di bilancio non tiene conto del pericolo di un “blocco dei cantieri”, una situazione che potrebbe annullare la crescita prevista per il 2025 e compromettere le rate del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Questo scenario preoccupante è emerso durante le audizioni che coinvolgono numerose associazioni e enti locali, in un contesto di discussione che si protrarrà fino a giovedì con la presenza del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Le richieste del Terzo Settore

Non solo il settore delle costruzioni è in allerta: anche il Terzo Settore esprime preoccupazioni. Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo Settore, ha evidenziato come la manovra di bilancio non affronti adeguatamente le crescenti disuguaglianze e il disagio giovanile. Le misure di sostegno al reddito, pur essendo positive, non compensano i tagli ai servizi pubblici e alle spese per gli enti locali. La richiesta è chiara: mantenere il regime di esclusione IVA per garantire la sostenibilità delle attività sociali.

Critiche alla gestione delle risorse

Le critiche si estendono anche alla gestione delle risorse destinate agli aiuti pubblici allo sviluppo. La Caritas italiana ha denunciato una riduzione di circa 32 milioni di euro rispetto alle previsioni, sottolineando l’importanza di rispettare gli impegni internazionali. La proposta è di destinare lo 0,7% del Reddito Nazionale Lordo per gli aiuti allo sviluppo, un obiettivo che appare sempre più lontano.

Conclusioni e prospettive future

In un clima di incertezze e preoccupazioni, il dibattito sulla Legge di bilancio 2023 si fa sempre più acceso. Le audizioni in corso evidenziano le divergenze tra le varie parti coinvolte e la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di crescita economica e il sostegno ai più vulnerabili. La vera sfida si giocherà nella fase degli emendamenti, dove le richieste di partiti e associazioni potrebbero influenzare significativamente il futuro del Paese.