Roma; 16 dic.
(Adnkronos) – "A Matteo stiamo dando una opportunità. Rafforzarsi come leader del partito legittimato dal cuore della Lega, la Lombardia. Ma qualcosa deve cambiare nella linea: la svolta a destra non paga. Dobbiamo tornare a parlare ai territori. E la nostra regione deve essere valorizzata: per questo propongo una maggiore autonomia della Lega lombarda all'interno del partito". Lo afferma Massimiliano Romeo, in una intervista a Repubblica, dopo l'elezione per acclamazione alla guida della Lega lombarda.
"In questo anno e mezzo – dice – ho girato tra le sezioni del partito in tutta la regione. Ho parlato con piccoli imprenditori, attivisti. Ho raccolto sfiducia, malcontento e richieste della gente che la Lega ha rilanciato con forza. Nel mio intervento non a caso ho parlato di buste paga da alzare in Lombardia perché qui la vita è più cara. Ma anche di proposte sulla sanità, sulla difesa della montagna su maggiori finanziamenti ai Comuni.
Proposte e idee che mi sono arrivate dalla base e che ho inserito nel mio programma. Se diciamo di aggiustare la rotta non è perché siamo contro il nostro segretario".
A chi gli fa notare che il suo e quello di Attilio Fontana siano suonati quasi come un ultimatum a Salvini, "assolutamente no – risponde -, noi oggi stiamo offrendo una grande opportunità a Matteo, il nostro leader: quello di diventare ancora più forte avendo alle spalle tutto il sostegno e la forza del cuore della Lega, che è in Lombardia.
Senza i voti del Nord non si va da nessuna parte, questo riguarda me e noi tutti dirigenti del partito. C'è un campanello di allarme nella base e non possiamo dire ai militanti, quelli che si lamentano, che comunque di loro 'possiamo fare a meno'. Se li vogliamo ascoltare non è perché siamo contro Salvini". Quanto alle critiche mosse alla linea politica nazionale del partito, "alle persone – spiega Romeo – non interessa molto di Trump o Orbán se poi non risolviamo i loro problemi.
La destra è un campo occupato da Giorgia Meloni, al centro ci sono Forza Italia e i vari Calenda e Renzi. La gente vota l'originale, non le copie. Noi dobbiamo coltivare il nostro spazio politico storico, perché siamo il movimento del territorio, dei territori. Siamo nati con questa missione e non siamo né di destra né di sinistra per questo. E dobbiamo farci rispettare di più anche con i nostri alleati".