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Le voci dei curdi siriani preoccupati dopo la caduta di Assad

Qamishli, 12 dic. (askanews) – I curdi siriani di Qamishli esprimono preoccupazione per il loro futuro dopo la caduta del presidente Bashar al-Assad, mentre il nuovo primo ministro ad interim della Siria giura di proteggere i diritti delle minoranze dopo che i ribelli a guida islamica hanno posto fine al regime repressivo di Bashar al-Assad.

“Con la caduta di questa dittatura (di Assad), speriamo che si instauri uno Stato democratico, dove i diritti di ogni individuo e di tutte le religioni siano rispettati e protetti – Shaid Abu Rasho, residente – Noi curdi, in quanto secondo gruppo etnico in questo Paese, vogliamo che sia uno Stato federale, non una dittatura”.

“Le fazioni presenti a Damasco hanno molti aspetti negativi; non riconoscono i curdi e ora vogliono ripulire la loro immagine di fronte alla comunità internazionale, ma la loro reputazione è stata offuscata negli ultimi tempi – aggiunge Ali Darwish – Tuttavia, continuiamo a sperare di poter preservare le nostre aree curde e il nostro popolo, di migliorare la situazione economica e di garantire la sicurezza delle nostre regioni. Speriamo che ci siano soluzioni future positive”.

Waleed Jouli, ricercatore del Centro studi Al-Furat sottolinea che “Ci sono grandi preoccupazioni tra i curdi, oltre al fatto che lo Stato turco sostiene queste fazioni e appoggia questo progetto, esercitando pressioni per la sua espansione in queste aree. La Turchia ha anche fazioni che combattono battaglie ancora oggi a Manbij e Kobane”.