Le perversioni di Camillo Casati Stampa. Il diario verde

Chi era l'uomo che scandalizzò l'Italia

aCASATI STAMPA1 300x199

Definire il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino un personaggio storico è certamente esagerato, ma la torbida vicenda di sesso finita in tragedia che lo coinvolse insieme alla seconda moglie e al giovane amante di lei, turbò talmente l’Italia degli anni ’70, che oggi tutti, giovanissimi compresi, conoscono il suo nome e i motivi che lo resero noto, protagonista come fu di uno dei fatti di cronaca nera più inquietanti della storia del nostro pur poco tranquillo Paese.

Il marchese nacque nel 1927 a Roma, rampollo di una delle famiglie più antiche e blasonate d’Italia; tuttavia, alla ribalta Camillo Casati finì prima per essere un assiduo frequentatore degli ambienti più altolocati e mondani della capitale, poi per il chiacchierato matrimonio con Anna Fallarino, e infine, dopo il 30 Agosto del 1970, per essersi sparato un colpo in piena faccia subito dopo aver ucciso la bellissima consorte e Massimo Minorenti, ultimo amante della donna.

Il caso, vista la notorietà delle persone coinvolte, suscitò inevitabilmente enorme clamore, ancor più quando si scoprì l’inverosimile retroscena che aveva condotto all’omicidio-suicidio: un ménage familiare a base di sesso con sconosciuti, amanti prezzolati, piaceri voyeristici e festini a luci rosse.

Il tragico epilogo della storia si era consumato all’interno dello studio in casa del marchese; un diario ricoperto di stoffa verde poggiato sulla scrivania e scritto di pugno dallo stesso Casati, rivelò una situazione sconcertante: l’uomo pagava aitanti giovanotti affiché consumassero intensi e frettolosi amplessi con Anna, ovviamente davanti ai suoi occhi, ma con la regola tassativa di nessun coinvolgimento emotivo e sentimentale.

Gli psichiatri si sono sbizzarriti alla ricerca di spiegazioni medico-scientifiche capaci di far luce su un comportamento a dir poco singolare; secondo alcuni, assistere visivamente al piacere provato dalla moglie nelle braccia di uomini dalle funzioni meramente pratiche, era nient’altro che la trasposizione del rapporto che l’impotenza gli impediva di vivere fisicamente, secondo altri, si trattava piuttosto di omosessualità latente placata e soddisfatta dalle prestazioni di focosi giovanotti attraverso il corpo della moglie consenziente, per altri ancora, semplicemente, di un voyerismo esasperato dovuto a non ben definite proprie manchevolezze.

L’agenda verde rivelò la personalità di un uomo fragile, ossessionato dal sesso, col tempo sempre più preoccupato di perdere la moglie, alla quale non perdonava i sentimenti provati nei confronti di Minorenti.

Ma come fece il marchese ad accorgersi dell’innamoramento della Fallarino, posto che l’aveva sempre lasciata libera di scegliersi gli amanti che voleva, senza restrizioni?

Massimo Minorenti era da qualche tempo sempre presente ai festini cui la donna partecipava, e a Casati non sfuggì il legame più profondo instauratosi tra i due; sebbene deluso (diceva di considerare i sentimenti una debolezza imperdonabile), una volta, tra amici, si lasciò sfuggire una frase “è la prima volta che mia moglie mi tradisce con il cuore” per poi aggiungere subito dopo “ma sono certo che le passerà”, fiducioso del fatto che si trattasse di una momentanea infatuazione destinata a spegnersi in un baleno.

Ma scorrendo le pagine del diario, si evince chiaramente che così non fu tanto che il marchese si mostra sempre più amareggiato e preoccupato per una situazione che sente sfuggirgli di mano; lo stesso uomo che aveva annotato frasi di questo tenore “Al mare con Anna ho inventato un nuovo gioco. L’ho fatta rotolare sulla sabbia, poi ho chiamato due avieri per farle togliere i granelli dalla pelle con la lingua”, pochi giorni prima della strage si dichiarava “terribilmente deluso” da una moglie che aveva osato innamorarsi trasgredendo ad un accordo che giudicava superiore a tutto, e infine, meditando il suicidio, scriveva: “sto letteralmente morendo internamente e ho perso tutto”.

Allegate all’agenda furono trovate circa 1500 fotografie scattate dal marchese alla moglie in pose normali, lascive o sexy, da sola o in compagnia di quegli uomini, imbianchini, ferrovieri, soldati, semplici passanti, che lui stesso aveva pagato affinché la intrattenessero carnalmente, ricordi da mostrare come trofei ad amici e avventori di casa Casati Stampa.

Dopo la tragedia, i corpi del marchese e di sua moglie furono tumulati all’interno dell’antico mausoleo di proprietà della nobile famiglia, sito nel cimitero di Muggiò, come chiesto da Camillo Casati.