Argomenti trattati
L’opposizione del governo Meloni protesta contro le nuove norme sulla par condicio che concedono maggiori spazi al governo Meloni e ai ministri in tv, in vista delle elezioni europee di giugno.
Le parole di Dario Carotenuto
Il capogruppo M5s in Commissione di Vigilanza Rai, Dario Carotenuto, ha affermato:
«Ieri sera in commissione di vigilanza è stata scritta una brutta pagina per il Parlamento e per il servizio pubblico. La maggioranza si è posta con un atteggiamento inaccettabile rifiutando qualsiasi tentativo di mediazione su alcuni dei problemi che abbiamo sollevato, il che è del tutto inaccettabile per la natura di un provvedimento come la par condicio, che dovrebbe servire a garantire il pluralismo e a tutelare i cittadini».
Carotenuto, inoltre, ha aggiunto:
«Hanno imposto una norma che dà il via libera agli interventi dei ministri nelle trasmissioni di approfondimento, così che Meloni e i suoi potranno parlare liberamente nei talk e nelle trasmissioni con la scusa della comunicazione istituzionale. Tutte le opposizioni sono state unite nella richiesta di ragionevolezza che la maggioranza ha praticamente ignorato, procedendo con un atto di arroganza che è assolutamente inaccettabile».
Cosa potrebbe accadere secondo Carotenuto
«Succede che in un programma, di approfondimento o di intrattenimento che sia, a un certo punto appare il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini per parlare del Ponte sullo Stretto e dare una qualche notizia a riguardo. Quella notizia potrà essere considerata importante da far sapere ai cittadini, e quindi il tempo che si prende per dirla non sarà conteggiato nei tempi della par condicio. Insomma, i membri del governo avranno un bonus di tempo in più per parlare di queste cose. Peraltro Meloni in quanto presidente del Consiglio può parlare di tutto. Questo, nonostante alcuni di loro siano potenzialmente candidati alle europee. Il punto più generale è che questo incide in una Rai che è gestita nel modo in cui è gestita».
Proposta inaccettabile anche per Enzo Cheli, ex presidente dell’Agcom
«Lo scopo della proposta è chiaramente quello di mascherare la comunicazione politica della maggioranza in una istituzionale e governativa. Le due categorie, ai fini della par condicio, sono ben distinte, perché la prima richiede un confronto paritario tra le diverse posizioni politiche, mentre la seconda si deve rigorosamente limitare a offrire notizie oggettive sul lavoro che le istituzioni e il governo stanno svolgendo. È proprio questo che chiede la legge 28 del 2000 sulla par condicio in tema di comunicazione politica. Cioè il confronto paritario tra i diversi programmi e le candidature in campo. Si sta portando a compimento un processo di occupazione del servizio pubblico e del mondo della comunicazione che è già visibilmente avviato. Nella Commissione di vigilanza sulla Rai emergono altri preoccupanti tentativi di aggiramento della par condicio, come quello di trasmettere su Rainews i comizi in diretta, fuori dall’informazione dei Tg. Ed è evidente che ciò può favorire la maggioranza».