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Le famiglie degli ostaggi: avanti finché tutti non saranno a casa

Tel Aviv, 17 gen. (askanews) – A Tel Aviv le famiglie degli ostaggi sono scese in piazza per chiedere il loro rilascio proprio mentre era riunito il gabinetto di sicurezza israeliano per dare il via libera definitivo all’accordo di cessate il fuoco con Hamas, che prevede il rilascio di una trentina di loro il 19 gennaio.

“Sono 468 giorni che i nostri cari sono prigionieri e ora finalmente c’è speranza – ha detto la madre di uno degli ostaggi, Matan Zangauker – non sono mai stata così vicina ad abbracciare il mio Matan. Questa opportunità non può essere persa. Niente deve mettere a repentaglio questa opportunità. Questo è il momento della verità perché l’opinione pubblica israeliana si schieri con noi e si assicuri che il governo israeliano adempia a tutte le fasi dell’accordo in modo che tutti i nostri cari tornino a casa”.

“La violazione dell’accordo e la ripresa dei combattimenti sono una condanna a morte per gli ostaggi che rimarranno indietro – ha aggiunto – coloro che non tornano ora non sopravviveranno più. Chiedo a Netanyahu: l’opinione pubblica e noi, le famiglie, meritiamo di sapere cosa viene deciso a porte chiuse. Intende rispettare l’accordo? Intende porre fine alla guerra e riportare tutti indietro, oppure no? Meritiamo di saperlo”.

“Questo accordo arriva troppo tardi per mio figlio Guy – ha detto Michel Illouz, il cui figlio è stato ucciso a Gaza – la sua vita non può essere salvata ma può essere riportato a casa per essere sepolto qui. Il nostro lavoro non è finito. Non ci fermeremo finché ogni ostaggio non sarà a casa”.