Dietro il simpatico soprannome di Caligola, “scarpetta“,derivante da “piccola caliga” il calzare indossato dai legionari comandati dal padre fra i quali era solito passare le giornate fin da piccolo, si cela la personalità contorta e crudele di uno degli imperatori romani più odiati dalla storiografia contemporanea, nonostante fosse stato eletto fra grida di giubilo e sotto i migliori auspici.
E si perché Caio Giulio Cesare Germanico, questo il suo vero nome, era figlio dell’amatissimo Germanico, nipote dell’Imperatore Tiberio, ma a differenza dello zio benvoluto dal popolo e soprattutto dai suoi soldati, che l’adoravano: era giovane, bello, coraggioso, generoso, e pare che per qualità umane e doti di stratega, ad alcuni ricordasse addirittura Alessandro Magno; quando i pretoriani lo elessero a capo dell’impero, Caligola aveva 25 anni e tutti si auguravano che il giovane ricalcasse le orme dell’indimenticato genitore.
Ma nulla poteva essere più lontano dal vero: il nuovo Imperatore si mostrò fin da subito esageratamente esuberante, dispotico, sleale, prepotente e con una smisurata cognizione del proprio ego, alienandosi le simpatie di quanti avevano gioito e sperato in un’epoca migliore al momento della sua ascesa al trono.
Caligola instaurò una monarchia assoluta di tipo orientale pretendendo onori divini per sé e famiglia e imponendo cerimoniali odiosi alla mentalità romana, soprattutto quello della genuflessione cui costringeva tutti coloro cui concedeva udienza.
Probabilmente Caligola soffriva di gravi disturbi nervosi che ne minavano la salute mentale; mostrò una crudeltà inaudita nei confronti di chiunque non gli andasse a genio, fossero essi senatori, soldati, cavalieri o semplici servitori di palazzo, molti furono giustiziati per sospetti o addirittura senza alcun motivo, solo per saziare una sete di sangue inspiegabile e incontenibile.
Inoltre, Caio Cesare mostrò un disprezzo inaccettabile nei confronti delle donne, che sposate o nubili, considerava proprietà privata e si riteneva in diritto di stuprare in qualsiasi contesto si trovasse, spesso a sfregio dei mariti presenti e impossibilitati a reagire o difendere le proprie mogli; questo comportamento criminale gli valse, ovviamente, l’odio di molti signori delle alte sfere sociali di Roma.
Cercò di “comprare” l’affetto della plebe allestendo giochi spettacolari, per i quali la massa andava in visibilio, ma riuscì soltanto a svuotare l’erario pubblico senza ottenere il risultato sperato, inoltre i suoi rapporti con i membri degli altri settori dell’apparato statale erano ormai troppo compromessi perché il suo regno potesse durare a lungo; nel 41 fu assassinato da quegli stessi pretoriani che lo avevano acclamato, stanchi e decisi a non subire oltre i soprusi di questo despota dalle manie incontrollabili.
L’Impero di Caligola durò solo 4 anni, abbastanza tuttavia da consentirgli di essere annoverato come uno dei peggiori romani della Storia; quando fu ucciso aveva 29 anni (era nato il 31 Agosto del 12 d.C.).