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Le città sono state tutte colpite da problemi a causa della protesta dei servizi di trasporto pubblico locale.

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L'Italia ha subito una significativa interruzione del servizio di trasporto pubblico a causa di uno sciopero nazionale di otto ore sostenuto dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna. La protesta, quel ha visto un'adesione superiore al 85%, è stata organizzata per rispondere all'impasse nelle trattative sul rinnovo del contratto per i lavoratori dei trasporti pubblici urbani ed internavigatori. I sindacati lamentano condizioni di lavoro insostenibili e bassi stipendi, avvertendo che la protesta potrebbe proseguire se non ricevono risposte adeguate. L'interruzione ha afflitto le aree urbane di tutta la penisola, con effetti particolarmente gravi a Roma e Napoli. Un altro sciopero è previsto per il 20 settembre.

L’intera Penisola italiana è stata colpita da un’importante interruzione del servizio di trasporto pubblico a settembre, causando grandi disagi nelle aree urbane, sia al nord che al sud. La causa era uno sciopero nazionale di otto ore che ha visto una partecipazione superiore alla media del 85% e in alcuni casi addirittura del 100%, come riferito dai sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna. Questi gruppi hanno organizzato la protesta a causa dell’impasse attuale nella risoluzione della controversia sul rinnovo del contratto per i lavoratori dei trasporti autoferrotranviari e internavigatori (coloro che lavorano nei trasporti lacustri).

I sindacati si scusano per l’inconveniente, ma sottolineano che il sistema di trasporto pubblico è diventato insufficiente per tutti, compresi lavoratori e passeggeri, e rischia un collasso generale in assenza di risposte sul contratto da parte delle aziende e su questioni di risorse da parte del governo. Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna lamentano condizioni di lavoro insostenibili e stipendi minimi storici per i lavoratori, e avvisano che la protesta continuerebbe senza una risposta adeguata.

L’azione di protesta è stata eseguita rispettando le fasce di garanzia e con modalità definite a livello locale. Ad esempio, a Roma, l’agitazione ha avuto inizio alle 8:30, portando alla chiusura di bus e linee metropolitane A, B e C, oltre alle linee Termini-Centocelle, Roma-Lido e Roma-Viterbo. A Napoli, anche l’interruzione del servizio delle linee metropolitane e delle funicolari e delle linee vesuviane e flegree (Cumana e Circumflegrea) ha avuto gravi ripercussioni.

Lo sciopero ha visto un’adesione massima in Basilicata, con il 100% dei lavoratori che hanno incrociato le braccia. In Sardegna e Toscana, il settanta per cento ha partecipato allo sciopero, sebbene a Firenze la cifra sia salita al 90% per la tramvia. Il 75% dei dipendenti del Tper a Bologna hanno seguito lo sciopero così come il 90% dei lavoratori a Genova e Trentino. A Milano, le manifestazioni sono iniziate alle 18, con tutte le linee della metropolitana chiuse fino alla mattina successiva. I turisti veneziani sono stati sorpresi dallo sciopero, con oltre il 60% dei dipendenti del settore della navigazione che hanno scioperato. Le agitazioni di oggi segnano la fine di una serie di proteste iniziate sabato nel settore dell’aviazione e continuata ieri nel settore ferroviario. Tuttavia, un altro sciopero nei trasporti pubblici locali è già in programma per venerdì 20 settembre, questa volta organizzato dai sindacati di base.