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Lavoro: Pd-Avs-M5s, 'grave soppressivo FdI su orario, ritirare emendamento'

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Roma, 17 ott (Adnkronos) - "Vogliamo stigmatizzare un atteggiamento non democratico, l'emendamento soppressivo di tutta la proposta dell'opposizione. Non è accettabile, questo non è dialogo parlamentare. Chiederemo il ritiro del soppressivo, auspichiamo una dialettica di...

Roma, 17 ott (Adnkronos) – "Vogliamo stigmatizzare un atteggiamento non democratico, l'emendamento soppressivo di tutta la proposta dell'opposizione. Non è accettabile, questo non è dialogo parlamentare. Chiederemo il ritiro del soppressivo, auspichiamo una dialettica differente nel rispetto della democrazia parlamentare". Lo ha spiegato la capogruppo del M5s in commissione Lavoro della Camera Valentina Barzotti, insieme ai capigruppo del Pd Arturo Scotto e di Avs Franco Mari, a proposito dell'esame della Pdl unitaria sulla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.

"Dopo una discussione durata settimane l'unica risposta è un emendamento soppressivo. E' il giorno della marmotta della destra, fanno sempre la stessa mossa, quando vanno in difficoltà nel merito fanno il soppressivo -ha detto Scotto-. L'emendamento è di FdI, non della Lega o di FI, quindi non sappiamo se ci stiamo confrontando con una posizione dell'intera maggioranza o di un pezzo di maggioranza".

L'esponente del Pd ha sottolineato: "Chiederemo fino all'ultimo a FdI un dialogo e un confronto nel merito che ci è stato negato. Continueremo a a chiedere di ritirare il soppressivo, se no utilizzeremo tutti gli strumenti in mano all'opposizione per evitarlo".

(Adnkronos) – "In commissione le forze di opposizione sono queste. Siamo aperti a dialogo con la maggioranza, se non mettono il soppressivo, figuriamoci se non siamo pronti al confronto con altre forze di opposizione", ha detto ancora Scotto.

"Noi riteniamo che il legislatore debba intervenire su questo tema, lo dice la Costituzione. La scelta di un emendamento soppressivo è il rifiuto di accettare una discussione in Parlamento. Sarebbe grave se la discussione non si aprisse in Parlamento, noi la porteremo nel Paese, ma loro si assumerebbero tutta la responsabilità di questa situazione".