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Tre uomini, un marocchino, un macedone e un albanese sono stati arrestati per caporalato all’interno di un’operazione condotta dalla squadra mobile della questura di Cuneo e coordinata dalla Procura di Asti denominata “Iron Rod”. Iron Rod è il nome di un tondino di ferro con cui i braccianti venivano picchiati se si lamentavano.
Le indagini sullo sfruttamento
L’indagine è iniziata nel 2023 a seguito di diverse segnalazioni da parte di associazioni per la tutela dei diritti delle persone e dei lavoratori, nelle quali veniva messo in luce il presunto sfruttamento di braccianti agricoli, in gran parte di origine africana, impiegati nei vigneti delle Langhe. Oltre allo sfruttamento ci sarebbero state anche delle aggressioni fisiche, documentate poi in un video.
Questa mattina all’alba la polizia ha fatto irruzione nel capannone di proprietà dell’indagato macedone dove hanno trovato 19 migranti che vivevano in condizioni fatiscenti.
3 uomini arrestati
Il caporale marocchino e quello macedone si trovano agli arresti domiciliari, mentre per il terzo indagato c’è il divieto temporaneo di svolgere attività professionali.
Spiegano dalla Questura: “Le indagini hanno consentito di accertare che gli indagati, in modo disgiunto tra loro, attraverso imprese individuali a loro riconducibili operanti a Novello, Mango e Alba reclutavano manodopera per destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento.”
Le tragiche condizioni dei lavoratori
Per il loro lavoro i migranti venivano pagati dai 4 ai 5 euro all’ora, ma poteva anche scendere a 3 euro. Le ore di lavoro potevano arrivare fino a 15 al giorno. E se qualcuno osava lamentarsi arrivavano le botte. Senza contare che, per vivere tutti ammassati in un fabbricato con scarse condizioni igieniche, dovevano versare un affitto che gli veniva trattenuto dalla paga.