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Un dolore che non si dimentica
Il , un devastante terremoto colpì L’Aquila, lasciando una ferita profonda nella comunità. Sedici anni dopo, il ricordo di quel tragico evento è ancora vivo, come dimostrato dalla cerimonia commemorativa tenutasi di recente. Il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha sottolineato l’importanza di ricordare il dolore e la sofferenza, ma anche la resilienza degli aquilani. “Siamo davanti a un luogo simbolo del dolore di questa città”, ha affermato, evidenziando come la comunità continui a fare i conti con le cicatrici lasciate dal sisma.
La partecipazione della comunità
Alla cerimonia hanno partecipato numerose figure istituzionali, tra cui il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e l’arcivescovo Antonio D’Angelo, che ha impartito una benedizione. La presenza di queste autorità testimonia l’importanza del momento e il desiderio di mantenere vivo il ricordo di chi ha perso la vita. Marsilio ha aggiunto che, nonostante siano passati 16 anni, “l’emozione e la partecipazione della città restano fortissime”, un chiaro segno della dignità con cui gli aquilani hanno affrontato il trauma.
Rinascita e speranza per il futuro
Oggi, L’Aquila non è solo un luogo di dolore, ma anche un simbolo di rinascita. La città sta attraversando una fase di ricostruzione che mira a sanare le ferite materiali e a restituire un futuro ai suoi abitanti. “Oggi è una città viva, che cresce, che coltiva speranza”, ha dichiarato Marsilio, sottolineando come le nuove generazioni stiano crescendo in un contesto di ricostruzione e non tra le macerie. La designazione a Capitale italiana della Cultura 2026 rappresenta un ulteriore passo verso un’immagine positiva e dinamica di L’Aquila, un riconoscimento che invita a continuare a lavorare per il futuro.