Roma, 11 ott. (Adnkronos Salute) – “Una normativa globale è essenziale per garantire la salute pubblica, lo sviluppo professionale e la sicurezza dei pazienti in una realtà in grande evoluzione. I sistemi regolatori devono tenere il passo con le nuove sfide e con il cambiamento della professione medica e infermieristica”. Così Margrieta Langins, Nursing and midwifery advisor at the World health organization-Europe (Oms Europa), si è rivolta alla platea di esperti riuniti oggi a Roma al convegno internazionale ‘Sfide e priorità della professione infermieristica in Europa e nel mondo’ promosso della Federazione nazionale degli Ordini e professioni infermieristiche (Fnopi) con il patrocinio del ministero della Salute.
“I regolamenti sono uno strumento cruciale per migliorare la qualità di cura e la sicurezza del paziente – spiega Langins – Il rapporto ‘Time to Act’, pubblicato 2 anni fa, ha infatti evidenziato la necessità di modernizzare le normative, evitando che siano troppo restrittive. Questo è particolarmente importante per espandere il campo di azione degli infermieri con ruoli avanzati, che altrimenti potrebbero essere limitati nel loro contributo ai servizi sanitari. In un Paese come l’Italia, con un alto livello di istruzione, siamo ottimisti riguardo alla possibilità di sviluppare pratiche infermieristiche avanzate, specialmente nei settori della cura primaria”, tenendo conto anche dell’invecchiamento della popolazione “e della salute pubblica. Questo documento è una guida preziosa per sottolineare l’importanza di implementare sistemi regolatori flessibili, basati sulle competenze e la presa in carico adeguata del paziente”.
Un altro report strategico “è lo ‘State of the world’s nursing’, del 2020”. Il documento, “la più ampia raccolta di dati sull’infermieristica e l’ostetricia, da parte dell’Oms, ha portato allo sviluppo delle linee d’indirizzo strategiche per l’infermieristica e l’ostetricia basate sulle evidenze, sulla realtà – sottolinea l’esperta – In base a questi dati la regione europea sembra essere ben posizionata. Esistono ruoli infermieristici avanzati in 21 Paesi ma, scavando più a fondo, si nota che non sempre si tratta di infermieri con laurea magistrale. In alcuni casi, i corsi professionali sono accreditati, ma non raggiungono il livello che servirebbe. Anche la formazione interprofessionale è ben sviluppata, ma spesso gli infermieri non sono considerati alla pari nei team sanitari”.
Sulle condizioni di lavoro “le norme son ben consolidate, con regole su salario minimo, previdenza sociale e orari di lavoro – commenta Langins – Tuttavia, la pandemia di Covid-19 ha messo in luce alcune sfide legate a queste condizioni e ha rafforzato la necessità di migliorarle. In questo contesto, i responsabili governativi infermieristici svolgono un ruolo cruciale nel sostenere i cambiamenti necessari”. Sulla formazione “è fondamentale verificare che i curricula siano adeguati alle nuove realtà – elenca – Per uno sviluppo professionale continuo, è essenziale che i programmi siano allineati ai ruoli e alle responsabilità degli infermieri. Anche la mobilità della forza lavoro sanitaria globale è un’altra questione rilevante e la regolamentazione svolge un ruolo cruciale nel garantire condizioni di lavoro adeguate per gli infermieri migranti”.
Sulla “salute digitale, che sta trasformando la relazione tra infermiere e paziente – chiarisce Langins – è fondamentale che gli strumenti digitali siano attendibili e di alta qualità, per evitare risultati distorti che compromettano la sicurezza dei pazienti. L’uso dell’intelligenza artificiale nella documentazione infermieristica, per esempio, ha il potenziale di ridurre il carico di lavoro, ma solleva anche preoccupazioni riguardo all’autonomia decisionale degli infermieri”. Infine, relativamente alle condizioni di lavoro, “la pandemia ha portato alla luce il problema del burnout e della salute mentale tra gli infermieri. Sono stati avviati molti progetti per affrontare questi problemi, ma c’è ancora molto da fare. L’Oms – conclude – sta lanciando un’indagine globale su salute mentale e condizioni di lavoro, i cui risultati saranno fondamentali per migliorare le condizioni degli infermieri”.