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Notte di violenza al Pronto Soccorso dell’ospedale di Lamezia Terme, dove il primario facente funzioni, Rosarino Procopio, è stato vittima di un’aggressione.
Lamezia Terme, aggressione al primario dell’ospedale
Secondo le prime ricostruzioni, il nipote di una paziente, contrariato dalla decisione dei medici di dimettere la nonna dall’Osservazione breve intensiva (Obi), avrebbe reagito in maniera violenta. Armato di un manganello, l’uomo ha colpito il primario due volte. Poi, mentre il medico tentava di mettersi in salvo, ha lanciato l’arma contro di lui.
La vittima non ha riportato ferite gravi
In quel momento, nel presidio ospedaliero erano presenti due agenti della Polizia di Stato, che sono intervenuti rapidamente bloccando l’aggressore e identificandolo.
Il dottor Procopio non ha riportato ferite gravi, solo contusioni ed escoriazioni. Secondo fonti vicine all’indagine, l’aggressore era già noto alle forze dell’ordine. Al momento, la polizia sta sta cercando di chiarire la dinamica dei fatti, e non si esclude che possano scattare a breve provvedimenti legali a suo carico.
Le parole del medico
“Non abbiamo più la libertà e la tranquillità di fare questo lavoro” ha commentato in seguito Rosarino Procopio, intervistato dal Corriere della Calabria.
“La paziente non accettava la dimissione, quindi ne è nato un diverbio con il nipote che ha cominciato ad alzare la voce, e a quel punto ho cercato di chiamare le guardie” ha raccontato, aggiungendo “Mi sono alzato e questa persona ha estratto dalla propria giacca un manganello e ha cercato di colpirmi alle spalle. Mi sono accorto di quello che stava accadendo e mi sono piegato, così mi ha colpito sulla schiena.
Se mi avesse colpito in testa non so come sarebbe andata a finire“.
Il commento dell’Asp di Catanzaro
“L’aggressione subita ieri sera dal dottor Rosarino Procopio è un evento che lascia allibiti. L’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro esprime profonda solidarietà al medico aggredito, ma condannare un’aggressione premeditata come questa è, purtroppo, tristemente scontato. Davanti a questo gesto bisogna fare di più; ci aspettiamo una risposta forte da parte delle Autorità competenti, perché questi fenomeni danneggiano, oltre al personale sanitario anche tutta l’utenza.
In questo caso non sono neanche invocabili possibili giustificazioni come la tensione emotiva, non è tollerabile che si entri in un ospedale con un manganello per imporre con la forza e la violenza un abuso” si legge in un comunicato diramato dall’Asp di Catanzaro.