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La Sicilia al Vinitaly: il vino tra cultura e impegno sociale

Vero, 7 apr. (askanews) – Il governatore Renato Schifani ha inaugurato alla 57esima edizione di Vinitaly il Padiglione della Regione Siciliana dove sono complessivamente presenti 105 Cantine in rappresentanza delle 24 Dop e 7 Igp dell’isola. Tra i tanti progetti provenienti dai diversi territori, c’è la neonata Associazione Regionale del Catarratto Autentico, dedicata ad una delle uve più antiche della Sicilia che occupa circa un terzo dell’intero vigneto regionale. Promossa da sei Cantine, è presieduta da Sebastiano Di Bella.

“Ci siamo messi assieme per fare conoscere questa importante varietà siciliana perché lavorando assieme a degli enologi importanti, nel nostro caso il pioniere del catarratto in Sicilia l’enologo Tonino Guzzo, assieme all’Università di Palermo, abbiamo sempre più scoperto le qualità, il potenziale enologico di questa uva che dà vini freschi, vini molto eleganti e con due caratteristiche molto importanti” ha affermato Sebastiano Di Bella, presidente dell’Associazione Regionale del Catarratto Autentico, spiegando che “è un vino con un potenziale di longevità molto importante ed è un vino molto versatile e quindi vogliamo cominciare un rinascimento di questa uva che deve segnare anche una stagione nuova dell’enologia siciliana. L’enologia siciliana – ha proseguito – ha raggiunto grandi traguardi ma adesso a nostro parere oltre ai traguardi enologici abbiamo bisogno di scoprire maggiormente la nostra identità, il Catarratto un vino fortemente identitario della Sicilia, vogliamo esprimere ed esporre quello che come bianchi sa fare la Sicilia”.

Seconda regione italiana per produzione di uva da vino e prima per produzione di vino biologico, quasi 22% del totale nazionale, la Sicilia vanta tra i suoi celebri vitigni autoctoni non solo il Catarratto ma anche il Nero D’Avola, specialità di una importante azienda come Duca di Salaparuta che lo ha messo al centro del suo progetto culturale.

“Allora 200 anni di storia li abbiamo portati al Vinitaly già l’anno scorso con il nostro progetto eno-culturale. Eno-culturale perché? Perché riprende il territorio di Bagheria (Palermo), che è dove siamo nati noi, e celebra l’arte, quindi la cultura di questa nostra area, ma ovviamente è logica perché il nostro palcoscenico di Bagheria ci servirà per raccontare il nostro focus” ha detto Claudia Guarino, Global Brand Manager Wines di Duca di Salaparuta, rimarcando che “questo ovvero è il Nero d’Avola, perché Duca di Salaparuta ha l’expertise per eccellenza del Nero d’Avola con il Duca Enrico, vino e icona che ovviamente quest’anno presentiamo al Vinitaly e le sue annate anche più storiche”.

Un altro interessante progetto è quello di Caruso & Minini, azienda di Marsala (Trapani) che coniuga sostenibilità e impegno in ambito sociale. “Siamo un’azienda sostenibile, una sostenibilità intesa veramente a 360 gradi. Abbiamo in cantina dei pannelli fotovoltaici, grazie ai quali impieghiamo energia pulita, quindi green. Un’attenzione sia in campagna che in vigneto, che in cantina, per essere appunto più ecosostenibili possibili e con una riduzione degli sprechi e dell’impatto ambientale ma anche una sostenibilità sociale” ha dichiarato Rosanna Caruso della Cantina Caruso & Minini di Marsala, spiegando che “abbiamo iniziato a diversi anni una collaborazione molto importante per noi, con il laboratorio Zanzara, una Onlus di Torino, che praticamente coinvolge dei ragazzi che hanno delle disabilità mentali, con i quali abbiamo proprio deciso di rifarci il vestito: questi ragazzi hanno proprio ridisegnato l’intero brand aziendale. Quelle che si vedono in etichetta – ha precisato – sono espressioni della loro dote artistica, sotto la guida ovviamente di un direttore che li ha veicolati e quindi in qualche modo, diciamo ha dato voce cioè veramente anche a loro, quindi è stato un progetto molto molto bello a livello sociale”.