Venezia, 14 dic.
(askanews) – Una serie di meraviglie che raccontano la scienza dell’Ottocento, ma inserite in un contesto, quello di Palazzo Grimani a Venezia, che a sua volta parla di arte e di passione per il collezionismo. Il risultato di questa curiosa, ma filologicamente corretta, congiunzione è una mostra eclettica, strana, affascinante, che accosta modelli anatomici a dipinti rinascimentali, animali imbalsamati a planisferi e sestanti. “A Cabinet of Wonders” espone parte della collezione di George Loudon ed è curata da Thierry Morel, che ha voluto raccontare, attraverso gli oggetti esposti, come “l’atto del collezionare racchiuda la comune ammirazione per
l’arte, la scienza e lo splendore del mondo naturale”.
Perché anche la natura, in questo contesto da Wunderkammer del XVII secolo, è protagonista della narrazione espositiva, attraverso gli animali, ma anche i modelli botanici e gli studi sui corpi. Con uno stile che ricorda la “Collezione di sabbia” di Italo Calvino, la mostra vive di un allestimento contemporaneo che è parte essenziale del progetto e che alimenta il senso di stupore, ma ricorda anche il desiderio inesausto di sapere di più, di conoscere tutto, tipico delle speranze enciclopediche che hanno alimentato a lungo la cultura europea.
Forse erano illusioni, ma certamente di grande fascino.
E se sotto uno straordinario Tintoretto che racconta la cacciata dal Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva con stile estremamente moderno, cioè focalizzandosi solo sui due esseri umani e non sul luogo o sull’ira divina, se accanto a questo dipinto si trovano due lunghi e bianchissimi corni di unicorno, ecco che ogni distanza può essere superata, ogni possibilità è ristabilita, lungo il confine tra il mito, la scoperta scientifica e il sogno, che spesso sono più vicini di quanto immaginiamo.