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Il principale oppositore russo Alexei Navalny sarebbe deceduto a causa di una “combinazione di malattie“. La notizia è stata resa nota dalla moglie Yulia Navalnaya, che ha respinto con forza l’ipotesi avanzata dal Cremlino.
Navalny è morto improvvisamente il 16 febbraio nel carcere di massima sicurezza di Kharp, dove avrebbe dovuto scontare più di 30 anni di detenzione. Recentemente, la vedova ha pubblicato la copia di una lettera ufficiale di tre pagine che ha ricevuto la scorsa settimana, in cui si afferma che non ci sono circostanze criminali intorno alla morte del marito e quindi non ci sono motivi per aprire un’indagine.
Come riportato dall’agenzia Reuters, il rapporto era firmato da Alexander Varapayev, lo stesso funzionario investigativo che, secondo Navalnaya, si era inizialmente rifiutato di consegnare il corpo dell’uomo alla madre a meno che non avesse accettato di farlo seppellire in segreto. Nel testo si legge che Navalny si è sentito male all’improvviso mentre camminava nel cortile della prigione ed era stato portato in un’unità medica, dove il personale aveva tentato senza successo di salvarlo con “massaggio cardiaco indiretto e respirazione artificiale“.
Il Comitato investigativo russo ha dichiarato che “la causa della morte del condannato Navalny è stata una malattia combinata: ipertensione con danno vascolare e agli organi, miocardiosclerosi diffusa, complicata dallo sviluppo di edema cerebrale, fibrillazione ventricolare ed edema polmonare“. La vedova, tuttavia, ha rifiutato tale ipotesi, affermando che “una persona su tre in Russia” soffre di malattie croniche come quelle elencate nel rapporto e che “le persone non muoiono all’improvviso per qualcosa del genere nel giro di un’ora“. Ha quindi chiesto l’apertura di un caso penale, anche se ha commentato che non ci sarà alcuna indagine finché Putin rimarrà al potere. “Pertanto, continueremo a indagare da soli” ha concluso.