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La residenza di Boccia è stata perquisita e il suo telefono è stato confiscato a seguito di un'indagine.

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Le indagini su Maria Rosaria Boccia, imprenditrice accusata da Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, sono state intensificate dalla Procura di Roma. Dopo una denuncia di Sangiuliano, la casa di Boccia è stata perquisita e sono stati confiscati il suo telefono e occhiali 'spia' usati per registrare video alla Camera dei deputati. Nel documento presentato, vengono rivelate le conversazioni tra i due, evidenziando la fine del loro rapporto e possibili abusi. Boccia avrebbe minacciato Sangiuliano di infettare il suo dispositivo con un trojan e sollecitato un accordo di riservatezza. Il dialogo suggerisce anche una possibile gravidanza.

La Procura di Roma ha intensificato le indagini su Maria Rosaria Boccia a seguito della denuncia presentata da Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura. Dopo essere stata iscritta nel registro degli indagati, la domiciliazione di Boccia è stata perquisita e il suo telefono cellulare e occhiali ‘spia’ sono stati confiscati. I carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, incaricati dell’indagine, sono giunti presso la casa dell’imprenditrice a Pompei sabato mattina. Su istruzione dei pubblici ministeri di piazzale Clodio, hanno recuperato materiale informatico, oltre al cellulare di Boccia. Inoltre, all’interno dell’abitazione, sono stati ritrovati degli occhiali intelligenti, che Boccia aveva ammesso di aver precedentemente utilizzato per registrare video all’interno della Camera dei deputati – attività che le era costata un Daspo dai palazzi politici romani. Adesso, i magistrati dovranno analizzare il materiale disponibile, compreso il telefono cellulare di Boccia e il suo computer personale. Tra le prove fornite nell’accusa presentata dal legale di Sangiuliano, l’avvocato Silverio Sica, ci sono vari elementi, compresa una dettagliata cronologia che traccia il contatto tra Sangiuliano e Boccia fino alla fine della loro relazione. Il fascicolo comprende anche l’incidente di una ferita alla testa, presumibilmente causata da Boccia a Sangiuliano in seguito a un litigio, la notte tra il 16 e il 17 luglio scorso.

Nel documento presentato, l’entourage dell’ex ministro rivela che non si sono incluse le chat pubblicate sul quotidiano La Verità venerdì, ma piuttosto si sono consegnati ai ricercatori numerosi post creati nelle passate settimane dalla passata assistente del ministro. Le conversazioni tra i due rivelano il tumultuoso epilogo del loro rapporto. “Ho agito in modo che normalmente non avrei mai preso”, sarebbe uno dei messaggi di Sangiuliano a Boccia, che risponde, “Hai ragione”. Successivamente, un accenno a un incidente accaduto a luglio: “Vandalizzato […] Se non fossi stato tu avrei reagito in modo molto violento”. E lei: “Mi hai spinto fuor di me […] hai provocato una situazione imbarazzante per me […] mi hai mutato in una belva”. Boccia avrebbe richiesto all’ex ministro di poter esaminare il suo telefono, minacciando di infettare il dispositivo con un trojan se rifiutasse. L’imprenditrice quindi avrebbe sollecitato Sangiuliano di stipulare un accordo di riservatezza, che avrebbe proibito a lui di cercarla e a lei di divulgare la loro presunta relazione amorosa. Tuttavia, questa richiesta ha incontrato una notevole resistenza da parte dell’ex responsabile di via del Collegio Romano. Dal dialogo sembra emergere anche una possibile gravidanza. Il 2 agosto, scrive Sangiuliano: “Sono giunto al punto che non mi preoccupo se stai aspettando un bambino da me, anzi sarebbe una magnifica notizia”. Una settimana dopo, lei esprime: “Sarai libero di navigare in questa esperienza come desideri, rispettando tuo figlio”.