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La relazione sulla morte di Andrea Purgatori rileva: "Il decesso del reporter è stato causato da diagnostiche errate e un'orribile serie di fallimenti nel campo medico".

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Il documento medico-legale suggerisce una serie di errori e omissioni nei trattamenti sanitari relativi alla morte del giornalista Andrea Purgatori. Nel corso dell'inchiesta, guidata dal procuratore Francesco Lo Voi, sono stati accusati di omicidio colposo alcuni specialisti del suo team sanitario. Secondo il rapporto, gli indagati non avrebbero effettuato adeguatamente gli esami diagnostici, compromettendo il corretto percorso di cura. Gli esperti ritengono che una corretta diagnosi e trattamento avrebbero potuto portare a un periodo di sopravvivenza più lungo per Purgatori. Evidenziato che l'endocardite, effettiva causa di morte del giornalista, avrebbe potuto essere rilevata prima se i neuroradiologi avessero interpretato correttamente i risultati degli esami. Il documento suggerisce anche un'inadeguata gestione del paziente durante il suo ricovero.

Il documento medico-legale riguardante la morte di Andrea Purgatori, importante giornalista, suggerisce una diagnosi errata e una devastante catena di errori sanitari. Questo è il risultato dell’esame terapeutico condotto e risulta dal documento medico-legale ordinato dal Tribunale di Roma relativo agli avvenimenti del 19 luglio 2023. “Una devastante serie di errori e omissioni” è l’opinione espressa riguardo l’azione dei medici nel report medico-legale condotto per conto del Tribunale di Roma in merito al decesso di Andrea Purgatori, avvenuto il 19 luglio 2023.

Nell’inchiesta, diretta dal procuratore Francesco Lo Voi, sono stati inseriti nel registro degli indagati per l’accusa di omicidio colposo il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi, la dott.ssa Maria Chiara Colaiacomo, tutti membri del suo team, e il cardiologo Guido Laudani. L’analisi forense fu commissionata dal giudice nel maggio 2024 come parte della prova incidentale ed verrà esposta durante l’udienza prevista per il 26 settembre.

Nel rapporto i consulenti, quattro specialisti tra cui un cardiologo e un neuroradiologo, delineano la storia clinica del giornalista, un lungo e doloroso percorso di diversi mesi tra visite specializzate e ricoveri ospedalieri che si è concluso con la sua morte a 70 anni. Secondo i consulenti, “i neuroradiologi indagati non hanno adeguatamente riportato l’esame di risonanza magnetica del 8 maggio 2023 a causa di incompetenza e imprudenza, e quelli del 6 giugno e dell’8 luglio a causa di incompetenza”.

“Il dottor Laudani, cardiologo, ha effettuato un esame diagnostico inadeguato”, affermano gli esperti, elencando “un disastroso susseguirsi di errori e mancanze”. Nel loro rapporto di più di cento pagine, gli specialisti hanno sottolineato che “un adeguato corso di diagnosi e trattamento avrebbe portato a un periodo di sopravvivenza più lungo per il paziente Purgatori rispetto a quello riscontrato”. La ricerca scientifica “prevede un tasso di sopravvivenza annuale dell’80% se l’endocardite viene prontamente e adeguatamente curata”. Si evidenzia che l’endocardite, responsabile della morte di Purgatori, “avrebbe dovuto essere individuata in anticipo, almeno all’inizio del ricovero tra 10 e 23 giugno 2023, o addirittura precedentemente, nel corso di maggio 2023, se i neuroradiologi avessero valutato correttamente i risultati degli esami eseguiti l’8 maggio”. Gli esperti giudiziari ritengono che “l’azione dei neuroradiologi abbia contribuito a ritardare il trattamento dell’endocardite”. Riguardo all’intervento di Laudani, gli esperti sostengono che “ha frainteso i risultati dell’holter, concludendo erroneamente che l’embolizzazione multiorgano fosse il risultato di una fibrillazione atriale”. Inoltre, non ha valutato correttamente il quadro clinico e gli effetti del protocollo anticoagulante che aveva prescritto. Questi – aggiungono – sono comportamenti che possiamo giudicare inadeguati dal punto di vista professionale.

Il documento ricostruisce anche il trattamento clinico del paziente e, parlando del suo ricovero nel luglio del 2023, gli esperti affermano che Purgatori “è stato mandato a casa presumibilmente senza aver preso visione dei risultati di un prelievo eseguito il 19, così rilevando la grave anemia che avrebbe dissuaso dal dimetterlo”. Secondo gli esperti, “non c’è incertezza sul fatto che la diagnosi errata di metastasi al posto delle lesioni ischemiche abbia influenzato il percorso di cura”. Purgatori “è stato mandato a fare radioterapia cerebrale quando non ce n’era bisogno e non si è effettuato alcun approfondimento diagnostico e trattamento tempestivo per l’endocardite, che ha provocato lesioni estese e progressive e, in fin dei conti, ha portato alla morte”.