Le perdite risultanti dall’alluvione sono ancora in fase di valutazione, tuttavia, è molto probabile che supereranno la soglia del miliardo di euro.
Gli sforzi sono mirati al ripristino degli argini colpiti e al ritorno alla normalità il più presto possibile. La notizia incoraggiante è che non ci sono dispersi. L’Emilia-Romagna è di nuovo alle prese con l’incubo di un’alluvione, a poco più di un anno dal precedente incidente, che ha soprattutto impattato alcune zone di Ravenna e Bologna. Inizia il bilancio dei danni: attualmente, circa 2.500 persone sono state evacuate per precauzione, centinaia di case sono state sommerse dal fango, campi agricoli sono allagati causando enormi disagi agli agricoltori, le linee ferroviarie locali sono ancora parzialmente sospese e la viabilità in alcune zone è critica a causa di frane.
Nonostante l’allerta rossa sia cessata e domani sarà declassata ad arancione, le possibili ripercussioni dell’evento sono ancora presenti. La regione ha quindi richiesto lo stato di emergenza, al pari del presidente delle Marche Francesco Acquaroli. Anche in questa regione, la situazione sta progressivamente migliorando. Acquaroli ha espresso gratitudine per i soccorritori “che hanno lavorato incessantemente giorno e notte e continuano a farlo per ripristinare la normalità”. Nel corso della giornata, la Prefettura di Ravenna ha smentito l’informazione di due possibili dispersi a Traversara, a seguito dell’alluvione che ha devastato argini e abitazioni, portando una nota positiva alla situazione.
Il prefetto di Ravenna, Castrese De Rosa, ha evidenziato la necessità di verificare e confermare i dettagli. La questione era stata sollevata ieri dal viceministro Galeazzo Bignami, informato dal responsabile della Protezione Civile. Tuttavia, tutti i controlli e le verifiche effettuate oggi hanno dato risultato negativo. Il precipitato piovoso, definito eccezionale dai tecnici – con 350 millimetri caduti in 48 ore, in confronto ai 400-450 millimetri registrati in due alluvioni nell’anno 2023 – ha portato a conseguenze devastanti, specialmente per una popolazione appena in recupero dopo i danni subiti un anno e mezzo fa.
Con la fine dell’assistenza di emergenza, tecnici e aziende sono già al lavoro per riparare gli argini, e non si segnalano ulteriori fuoriuscite d’acqua su Senio e Lamone. I vigili del fuoco hanno effettuato oltre mille interventi, con le situazioni più gravi riscontrate a Lugo – dove è stato necessario l’evacuazione dell’ospedale – e Bagnacavallo. Il sindaco di quest’ultimo comune ha affermato che “Un terzo del territorio comunale è allagato, anche se la maggior parte è campagna”.
Un’altra area problematica è l’Idice, nel bolognese. Si registrano in totale circa 1.300 interruzioni dell’energia elettrica, che sono in corso di ripristino. “Stiamo già lavorando per tornare alla normalità”, ha affermato Irene Priolo, presidente facente funzioni. “La rottura dell’argine del Senio ha causato l’allagamento a Lugo, con varie zone della cittadina interessate. Stiamo coordinando un massiccio supporto con circa ottanta volontari della Protezione Civile della Colonna Toscana e i nostri tecnici dell’Agenzia Regionale”.
“Ho ratificato ieri sera l’editto per l’amministrazione dei detriti, sia solidi che liquidi: l’azione veloce nella loro eliminazione ridurrà i problemi, specialmente per le famiglie e gli abitanti.”