Si è molto discusso sull’ipocrisia che si sarebbe celata dietro il puritanesimo che caretterizzò l’epoca vittoriana, tratto distintivo della società inglese ottocentesca, quando le gambe dei tavoli dovevano essere coperte per evitare le oscene allusioni che avrebbero potuto destare in menti particolarmente sensibili ai richiami sessuali; l’argomento è troppo lungo e complesso per essere affrontato sul web, ma qualche punto sulla questione si può fare anche in un post.
E’ certo che la regina Vittoria (1819-1901), ebbe una vita intima tutt’altro che castigata, anzi, dalle righe scritte nel suo diario, emerge il ritratto di una donna focosa, sexy e molto attratta dal sesso.
Tra le molte annotazioni riguardanti Alberto, l’amato marito, c’ è anche questa:
“Le sue cosce (sono) muscolose dentro stretti calzoni in cashemire (con niente sotto) e stivali alti”.
Subito dopo la prima notte di nozze, la regina scrisse:
“Tutto è gratificante e sbalorditivo al massimo”
espressione che suscitò qualche chiacchiera maliziosa sulle performances amorose del neo sposo.
Si dice anche che, una volta, dopo una visita da parte del medico, che le aveva consigliato un periodo di castità onde evitare una nuova gravidanza dopo i nove figli messi al mondo, in quanto potenzialmente pericolosa per la salute, Vittoria rispose:
“Mio caro dottore, non vorrà mica che io smetta di divertirmi a letto, vero?”.
Insomma, nulla di male certamente, ma stupisce che una donna tanto presa dalla sessualità (per quanto riguardava se stessa), sia passata alla Storia come monarca integerrima, moralista e puritana.