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La protezione è stata aumentata in Italia per i siti di origine israeliana, in risposta a un'accresciuta minaccia antisemita.

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La tensione aumenta in Italia in vista del 7 ottobre, data notevole all'interno del conflitto in Medio Oriente. Le forze di sicurezza italiane stanno intensificando le misure di protezione per 205 luoghi di importanza particolare, compresi luoghi religiosi, istituti di istruzione, ed ambasciate. La comunità ebraica esprime preoccupazione riguardo un potenziale aumento di comportamenti antisemiti e atti di violenza. Al crescere dell'antisemitismo, l'intelligence italiana sta monitorando la situazione per possibili ripercussioni sulla sicurezza interna. Questo comportamento sarà discusso durante il prossimo incontro del G7 dei ministri dell'interno. Sono in corso piani per una manifestazione nazionale palestinese a Roma, nonostante la preoccupazione per la sicurezza pubblica. L'attenzione è focalizzata anche su eventi recenti a Milano, dove cartelli offensivi sono stati esposti durante una manifestazione e si sta sviluppando preoccupazione per una possibile spirale di odio antisemita. Di conseguenza, la comunità ebraica esorta le autorità a intervenire con misure preventive, propri per prevenire ulteriori atti di violenza.

Le manifestazioni, cartelli e offese aumentano, così come la possibilità di adottare misure drammatiche in vista del 7 ottobre, data all’interno di una situazione esistente di conflitto su molteplici fronti nel Medio Oriente. Le forze di sicurezza stanno intensificando le salvaguardie per i 205 luoghi di particolare importanza sul suolo italiano: luoghi sacri, istituti di istruzione, ambasciate e sedi di compagnie aeree e di negozi. Un avvertimento allarmante proviene dalla comunità ebraica: “Siamo vicini a una persecuzione anti-ebraica e a un comportamento violento aperto contro le istituzioni ebraiche, siano esse religiose o laiche, e i loro rappresentanti”, segnala Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano. I servizi di intelligence stanno monitorando attentamente l’andamento della crisi in Medio Oriente per le ripercussioni potenziali sulla sicurezza interna italiana. Al successo militare di Israele sul campo, le forze islamiche disparate potrebbero rispondere inaugurando una campagna terroristica ‘extra-regionale’ per attaccare gli interessi israeliani e dei suoi complici ovunque nel mondo. Si sta effettuando un’attenta sorveglianza dei gruppi a rischio di estremismo e anche nelle piattaforme social. Questo argomento sarà discusso durante l’incontro del G7 dei ministri dell’interno che si terrà a Mirabella Eclano (Avellino) dal 2 al 4 ottobre. La prima sessione sarà incentrata sulla “sicurezza rispetto ai mutamenti costanti degli scenari internazionali”. Esistono poi questioni relative all’ordine pubblico.

Gruppi antagonisti e associazioni palestinesi sono accusati di alimentare l’antisionismo, che è risultato particolarmente evidente durante recenti manifestazioni, come quella di ieri a Milano. Qui, sono state espresse critiche contro Liliana Segre e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ma non si sono verificati scontri sul posto. Nonostante ciò, la situazione è tensa, secondo le comunità ebraiche.

Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, è preoccupata per il fatto che in molte delle principali città italiane siano permessi discorsi di incitamento al terrore e ai massacri. Secondo Meghnagi, questo clima di crescente antisemitismo e genocidio è comparabile alla mentalità nazi-fascista degli anni ’30 e ’40 del secolo scorso. Il rabbino capo di Trieste, Alexander Meloni, condivide questa preoccupazione.

Tommaso Foti, capogruppo di FdI al Senato, critica Chef Rubio, che ha preso parte al corteo di Milano e ha esortato a segnalare le case di chi appoggia Israele con lo spray. Foti vede questa mossa come un passo ulteriore verso un pericoloso attacco contro la comunità ebraica.

A causa di questa tensione crescente, le misure di sicurezza sono state rafforzate nei luoghi sensibili. Questo è il caso del quartiere ebraico di Roma – il ‘Ghetto’ – dove, nonostante i già alti livelli di protezione, sono state adottate ulteriori precauzioni. Lo stesso è avvenuto a Venezia e in altre città italiane.

Diverse associazioni palestinesi stanno pianificando una manifestazione nazionale a Roma il prossimo sabato per commemorare il 7 ottobre, data che segna una rivoluzione. La polizia romana, tuttavia, non ha autorizzato l’evento a causa di preoccupazioni sulla sicurezza pubblica. Nonostante ciò, gli organizzatori intendono procedere e hanno presentato un ricorso al Tar contro il divieto, ritenuto “infondato” ai loro occhi. Nei prossimi giorni ci saranno ulteriori discussioni con le autorità di polizia per vedere se può essere raggiunto un compromesso. Il governo intende evitare di dare visibilità a possibili episodi di violenza.

Nel frattempo, a Milano a seguito della morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ci sono stati alcuni incidenti durante una manifestazione in cui sono stati esposti cartelli offensivi contro Liliana Segre, con l’indicazione “Agente sionista”. In risposta, la comunità ebraica ha espresso preoccupazione, affermando che siamo vicini a una caccia all’ebreo.

La solidarietà è stata espressa dalla Brigata Ebraica di Milano, dalla Comunità Ebraica di Roma, dal Presidente della Camera Lorenzo Fontana e da molti altri, in segno di supporto alle persone prese di mira durante la manifestazione a Milano. “Condanniamo fermamente quanto accaduto durante la manifestazione a supporto della Palestina, dove sono stati mostrati cartelli con i nomi di persone accusate di essere “agenti sionisti”, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre, il ministro della Difesa Guido Crosetto e Riccardo Pacifici.

“Il Presidente del Senato Ignazio La Russa esprime preoccupazione per le violenti aggressioni verbali e diffamazioni inaccettabili”, questa è la sua dichiarazione. Numerose persone si stanno preparando per una grande manifestazione che dovrebbe tenersi a Roma questo sabato, sebbene la polizia abbia vietato tale evento, all’indomani dell’anniversario del 7 ottobre. Nella capitale italiana, davanti al Pantheon, c’è un sit-in con gli studenti di Cambiare Rotta e Osa, il movimento Potere al Popolo, e alcuni rappresentanti dei Giovani palestinesi italiani. Sulle bandiere esposte si legge: “Fermare subito i bombardamenti in Libano” e gli attivisti esigono la fine dei bombardamenti in Libano e del genocidio a Gaza. All’evento partecipa una folla di circa 250 persone, gridando “Palestina Libera”.

Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano, ha commentato con preoccupazione i cartelli esposti durante una manifestazione pro-Palestina, sottolineando la gravità della situazione: “Siamo vicini alla persecuzione ebraica e alla violenza aperta contro le istituzioni ebraiche religiose e laiche e i loro rappresentanti”. Meghnagi, evidenzia l’estrema gravità della situazione generata dai manifestanti a Milano. “Questo dimostra come non esistano più limiti di decenza che non possano essere violati. Si sta sviluppando una spirale di odio antisemita cieco e richieste di genocidio, ora equiparabili a quelle dei tempi del nazifascismo negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso”. Di conseguenza, Meghnagi invita le autorità a intervenire, soprattutto alla luce dell’imminente anniversario del 7 ottobre, data dell’inizio del conflitto.

Esortiamo il governo, cui esprimiamo la nostra più profonda gratitudine per l’incessante supporto e comprensione, a prendere in considerazione l’attuazione di misure preventive. Inoltre, qualora queste misure preventive non fossero rispettate, chiediamo anche interventi di contrasto qualora simili ‘proteste’ si dovessero manifestare nelle nostre piazze. Rivolgiamo poi un appello ai partiti politici dell’opposizione, affinché prendano le distanze da quella galassia dalla quale queste manifestazioni prendono vita. Infine, chiediamo loro di impegnarsi attivamente nel contenimento delle modalità e dei contenuti espressi durante tali manifestazioni.