Giovanna Pedretti, lo squalo di Matteo Mariotti e Selvaggia Lucarelli: la pericolosità dei social

Matteo Mariotti ha parlato del caso di Giovanna Pedretti e della figura di Selvaggia Lucarelli: quando i social diventano un inferno

Che cos’hanno in comune un ragazzo di Parma morso da uno squalo in Australia e una donna di 52 anni titolare di una pizzeria nel Lodigiano? La prima risposta che viene spontanea è: nulla.

Ma non è questo il caso se stiamo parlando di Matteo Mariotti e Giovanna Pedretti.

Morte Giovanna Pedretti e odio social: Matteo Mariotti e Selvaggia Lucarelli

Matteo è ancora in ospedale a Bologna in attesa della protesi che andrà a sostituire la gamba dilaniata dai denti dello squalo che lo ha attaccato sulle coste dell’Australia. Giovanna, invece, si è tragicamente tolta la vita dopo il caso della recensione al suo ristorante. Per tornare al punto di partenza, all’apparenza i due non sembrano avere molto in comune l’uno con l’altro, ma una figura li unisce: quella di Selvaggia Lucarelli.

La blogger, infatti, era stata il primo personaggio di spicco che aveva messo in dubbio la recensione omofoba lasciata da un utente al ristorante “Le Vignole” e, qualche tempo prima, aveva accusato Mariotti esprimendo perplessità sulla raccolta fondi organizzata in suo favore dopo l’attacco dello squalo. “Dei miei amici avevano fatto una raccolta di fondi per le mie cure, lei disse che le spese erano a carico del Servizio sanitario nazionale e quindi quei soldi non potevano essere per me, era tutto falso” – ha raccontato il ragazzo.

Da queste prese di posizione da parte della Lucarelli, ma non solo, sarebbero partite due ondate di odio social nel confronti di Matteo e Giovanna che avrebbe reagito, secondo le prime ipotesi, arrivando a uccidersi. Come conferma il marito della 52enne, infatti, la donna: “Era ossessionata dai commenti negativi ricevuti sui social network“.

Morte Giovanna Pedretti e odio social: i commenti negativi

“Mi dispiace moltissimo per Giovanna, la sua storia mi ha toccato perché anche io sono andato vicino alla disperazione per tutto l’odio ricevuto sui social.

Avrei voluto parlarle prima, confrontarmi con lei, adesso è troppo tardi” – confessa Mariotti a ‘Repubblica’ parlando della morte della Pedretti, mentre il padre del giovane fa riferimento diretto a Selvaggia Lucarelli – “Chiedeva i preventivi delle protesi mentre lui era in terapia intensiva“. L’uomo, poi, si esprime direttamente sul punto focale della questione: l’odio dei social, che non nasce con Selvaggia Lucarelli e che non terminerà nemmeno dopo di lei.

“Alcune persone gli hanno scritto che era meglio se moriva. Io ho riportato a casa vivo mio figlio e mi interessa solo questo, i social non li ho e sto meglio così, ma si possono fare anche dei danni grossi”.

Morte Giovanna Pedretti e odio social: le shitstorm

Ma i due casi sopraccitati non sono gli unici che, in queste ultime settimane, hanno riacceso i riflettori sulla parte oscura dei social network, i quali, da strumento di condivisione, troppo spesso rischiano di trasformarsi in vere e proprie trappole infernali.

Basti pensare alla lunga battaglia di Fedez contro i commenti di alcuni utenti di X che auguravano la morte al figlio Leone. O per rimanere in casa Ferragnez, si può fare riferimento alla macchina d’odio che si è attivata nei confronti di Chiara dopo l’esplosione del caso Pandoro Balocco. Se anche due personaggi come Fedez e consorte, tra i più avvezzi e, forse anche capaci utilizzatori di queste piattaforme, si trovano a doversi confrontare (non gestendola sempre al meglio) con la dura realtà dell’hating online, questo deve far pensare ai veri rischi che si nascondono dietro ai social.

Le parole d’odio, anche se digitate su una tastiera e non pronunciate a voce, possono ferire e causare gravissime conseguenze talvolta irreparabili. Nel mondo interconnesso di oggi, chiunque, dall’influencer Chiara Ferragni alla titolare di una pizzeria Giovanna Pedretti, può trovarsi al centro di un caso mediatico di proporzioni enormi e non tutti possono avere la forza di contrastare le tremende shitstorm.