La morte di Matteo Concetti: accuse di negligenza

La morte di Matteo Concetti: accuse di negligenza per mancata somministrazioni e di farmaci

La tragica morte di Matteo Concetti, 25 anni, avvenuta per suicidio mentre si trovava detenuto in carcere, ha scosso profondamente l’opinione pubblica, innescando un dibattito acceso sull’efficacia del sistema di vigilanza carcerario e sulla gestione dei detenuti con disturbi psichiatrici.

La madre sconvolta

Roberta Faraglia, la madre sconvolta, ha espresso apertamente la sua convinzione che lo Stato sia responsabile della morte di suo figlio, definendo l’evento come un omicidio a causa di presunta negligenza statale. Ha dichiarato: “Mio figlio è morto per colpa loro, lo Stato l’ha ammazzato”. Questa accusa è stata accompagnata da rivelazioni agghiaccianti sulle ultime parole e sulle preoccupazioni manifestate da Matteo poco prima della sua morte. Faraglia ha raccontato di un presagio tragico, menzionando l’idea di suo figlio riguardo al suicidio, espressa durante l’ultimo incontro.

Le parole di Matteo, secondo la madre, sono state inequivocabili e sono state anche comunicate agli agenti penitenziari: “Io mi impicco”, avrebbe detto.

Matteo soffriva di disturbi psichiatrici

È emerso che Matteo soffriva di disturbi psichiatrici e aveva esposto la sua intenzione di curarsi, richiedendo le stesse medicine che assumeva in comunità per il suo benessere. Tuttavia, questa richiesta, secondo la madre, sarebbe stata negata. Questo tragico episodio ha sollevato dubbi sulla vigilanza e sul trattamento dei detenuti con problemi psichiatrici all’interno del sistema penitenziario.

La madre di Matteo ha citato un tentativo di suicidio precedente del figlio nel 2017, portando alla luce un passato di segnalazioni preoccupanti.