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Un evento significativo per la città
La marcia per la memoria della deportazione degli ebrei genovesi ha visto la partecipazione di oltre mille persone, un chiaro segnale dell’importanza di ricordare eventi tragici come la Shoah. Il vicesindaco Pietro Piciocchi, intervenuto durante l’evento, ha sottolineato come l’indifferenza rappresenti il peggiore dei mali per la città. La marcia, che si è snodata silenziosamente per le vie del centro fino al tempio israelitico, ha unito autorità, giovani e migranti in un momento di riflessione e responsabilità.
Il significato della memoria
Ricordare la Shoah non è solo un atto di commemorazione, ma un’opportunità per educare le nuove generazioni. Piciocchi ha evidenziato l’importanza di trasmettere la memoria storica ai giovani, affinché possano comprendere il valore della giustizia e della solidarietà. La marcia ha rappresentato un momento di unità, in cui le diverse comunità si sono unite per affermare il proprio impegno contro l’indifferenza e l’ingiustizia.
Le parole di pace come strumento di cambiamento
Durante l’evento, Ariel Dello Strologo, ex presidente della Comunità ebraica, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di utilizzare parole di pace per costruire relazioni umane significative. La guerra delle parole, ha affermato, deve essere disertata in favore di un dialogo costruttivo. Andrea Chiappori, responsabile di Sant’Egidio a Genova, ha lanciato un appello affinché dalla memoria scaturisca un impegno quotidiano per ricucire le ferite del mondo, creando spazi di umanità e solidarietà.