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Il ricordo di una tragedia
Il , il terremoto che colpì l’Irpinia segnò un momento tragico nella storia italiana, con quasi tremila vittime e un’area devastata di 17 mila chilometri quadrati. A distanza di 44 anni, il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ha sottolineato l’importanza di non dimenticare questa calamità e di riflettere sulle lezioni apprese. Durante una cerimonia commemorativa a Sant’Angelo dei Lombardi, Musumeci ha evidenziato come la prevenzione sia l’unico strumento efficace per mitigare gli effetti di simili tragedie.
La necessità di un cambio di mentalità
Musumeci ha richiamato l’attenzione su un aspetto culturale che spesso ostacola la preparazione al rischio sismico: il fatalismo. Secondo il ministro, c’è una tendenza diffusa, soprattutto nel Meridione, a percepire il rischio in modo astratto, senza una reale consapevolezza delle conseguenze. “Di fronte alle tragedie ci commuoviamo, ma subito dopo apriamo nella nostra mente il cantiere della rimozione”, ha dichiarato, esortando a cambiare questa mentalità. La prevenzione non deve essere vista come un’opzione, ma come un dovere collettivo.
Il ruolo delle istituzioni e della comunità
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso solidarietà alle comunità colpite, sottolineando l’importanza della presenza delle istituzioni in momenti di commemorazione. La partecipazione a eventi come il convegno sul rischio sismico, promosso dalla Protezione Civile, è fondamentale per mantenere viva la memoria e per educare la popolazione sui rischi e sulle misure di prevenzione. La figura di Giuseppe Zamberletti, considerato il “padre” della moderna Protezione Civile italiana, è un esempio di come l’impegno istituzionale possa fare la differenza nella gestione delle emergenze.
Guardare al futuro con consapevolezza
La commemorazione del terremoto dell’Irpinia non deve essere solo un momento di ricordo, ma un’opportunità per riflettere su come migliorare la preparazione e la risposta a futuri eventi sismici. È essenziale che cittadini e istituzioni collaborino per costruire una cultura della prevenzione, investendo in infrastrutture sicure e in programmi di formazione. Solo così sarà possibile affrontare il rischio sismico con maggiore consapevolezza e responsabilità, evitando che la storia si ripeta.