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Il dramma delle prigioni iraniane
La prigione di Evin, situata a Teheran, è nota per le sue condizioni disumane e per le torture psicologiche inflitte ai detenuti. Kylie Moore Gilbert, giurista australiana, ha vissuto in prima persona l’orrore di questo luogo dal settembre 2018 al novembre 2020, quando fu liberata dopo un complesso scambio di prigionieri. La sua esperienza, ora condivisa con il mondo, offre uno sguardo inquietante sulla realtà di chi è costretto a vivere in un regime oppressivo.
La testimonianza di Kylie
Moore Gilbert racconta di come la sua cattura sia stata un momento di terrore e confusione. Bendata e portata in auto tra guardie, la sua vita cambiò radicalmente. “Non capivo nulla di quello che mi stava succedendo”, ricorda. La detenzione nel settore 2A di Evin, gestito dalle Guardie della Rivoluzione, fu un’esperienza traumatica. “Ero scossa, scioccata, e piangevo istericamente”, confessa. La paura di essere condannata a morte o di subire torture era costante, un pensiero che tormentava ogni momento della sua detenzione.
Resistere all’oppressione
Nonostante le difficoltà, Kylie ha trovato la forza di resistere. “Ho deciso di non farmi più domande e di concentrarmi sul momento presente”, spiega. La routine della prigione divenne una sorta di rifugio, un modo per affrontare l’angoscia quotidiana. “I primi tempi sono i più duri, ma è fondamentale non cedere alle pressioni”, avverte. La sua esperienza la porta a esortare Cecilia Sala, attualmente detenuta in Iran, a mantenere la forza e la determinazione. “Cecilia non è sola, il suo paese sta lavorando per lei”, sottolinea, offrendo un messaggio di speranza in un contesto di disperazione.
Il costo della libertà
Moore Gilbert mette in guardia sui pericoli di cedere alle pressioni iraniane. “Cedere significa rafforzare il regime autoritario”, afferma, evidenziando come la diplomazia degli ostaggi sia una pratica da combattere. La sua storia è un monito per l’Occidente, che deve affrontare la questione dei diritti umani in Iran con determinazione. La lotta per la libertà non è solo una questione personale, ma un imperativo morale che coinvolge tutti noi.