Roma, 16 Dic. (askanews) – Una nuova figura sta diventando cruciale per la gestione di un’azienda. In termini tecnici è definito il professionista della crisi ed è la persona indicata per affrontare temi spinosi come la redazione di un piano attestato, ovvero l’atto unilaterale predisposto dal debitore per risanare le esposizioni passive della sua impresa, gli accordi di ristrutturazione o ancora le nuove tipologie di concordato: “Un ruolo -spiega il tributarista Massimo Manetti- che va affidato a un esperto del settore, il cui compito è quello di dare un corretto contributo alla soluzione delle problematiche che, di volta in volta, emergono per definire una giusta exit-strategy”.
Il consulente deve avere dunque una preparazione specifica, dedicata prevalentemente a una materia che va assumendo sempre maggiori profili di complessità, anche nei rapporti con i naturali interlocutori: “La prima decisione che l’imprenditore deve prendere -sottolinea Manetti- è capire quando e se ha senso pensare a un percorso di turn around aziendale che parta dalla predisposizione di un piano industriale e che sia accompagnato da un’adeguata pianificazione dei flussi di denaro attesi”.
Le scelte insomma vanno assunte a tavolino e con l’aiuto del professionista della crisi: “Bisogna porre -ricorda Manetti- particolare attenzione alle operazioni di Risk Management in operazioni straordinarie di società in crisi, con assistenza contrattuale nelle transazioni e negli arbitrati e con attività di consulenza gestionale in caso di risanamenti aziendali o commissariamenti. Nelle posizioni più critiche e complesse, il ruolo del professionista scelto è volto ad accompagnare l’impresa nell’affrontare il momento difficile a 360 gradi, fino alle conseguenze più estreme, ovvero alle procedure di concordati preventivi o fallimentari”.