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La famiglia Bibas contro il governo di Israele: "Dovevano salvarli"

Tel Aviv, 21 feb. (askanews) – La famiglia Bibas si scaglia contro il governo israeliano dopo il ritorno in patria dei corpi dei due fratelli di 9 mesi e 4 anni, ma non della loro madre. Il cadavere restituito da Hamas non era il suo.

“Shiri, Ariel e Kfir sono stati presi vivi da un’organizzazione terroristica assassina, ed era responsabilità e obbligo di Israele riportarli vivi – dice Ofri Bibas, sorella di Tarden, il padre dei bambini ex ostaggio, unico sopravvissuto – Non c’è perdono per averli abbandonati il 7 ottobre, Primo Ministro Benjamin Netanyahu, non abbiamo ricevuto scuse da lei in questo momento doloroso”.

“Giuro che non avrò pace finché i selvaggi che hanno giustiziato i nostri ostaggi non saranno assicurati alla giustizia”, ha detto il primo ministro israeliano, che ha definito i miliziani di Hamas “mostri”.

I miliziani palestinesi accusano il governo di Tel Aviv di aver causato la morte della famiglia Bibas durante uno dei raid sulla Striscia di Gaza. Da lì anche l’errore nella restituzione dei corpi, sarebbe stato estratto quello errato dalle macerie. La versione israeliana è un’altra.

“Ariel e Kfir Bibas sono stati uccisi dai terroristi a sangue freddo. I terroristi non hanno sparato ai due ragazzi. Li hanno uccisi a mani nude”, ha sostenuto il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari, in base agli esami fatti per identificare delle vittime.