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È uscita oggi, martedì 16 luglio, su Netflix la docuserie “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio”. Massimo Bossetti racconta per la prima volta la sua lotta con la giustizia per l’omicidio di Yara Gambirasio.
La docuserie sull’omicidio di Yara Gambirasio
L’opera tratta la vicenda della tredicenne di Brembate di Sopra, uccisa nel 2010. Si tratta di cinque episodi da una cinquantina di minuti ciascuno sviluppati e diretti da Gianluca Neri, scritti insieme a Carlo Gabardini e Elena Grillone, con la collaborazione di Alessandro Casati, Cristina Gobbetti e Camilla Paternò.
L’obiettivo principale è ricostruire il caso cercando di analizzare alcuni aspetti della storia con dichiarazioni inedite di colui che è stato arrestato e condannato all’ergastolo per l’omicidio, Massimo Bossetti. Per la prima volta, da quando è in carcere, il muratore di Mapello rilascia un’intervista davanti alle telecamere.
Le prime parole di Massimo Bossetti
Le frasi pronunciate all’interno della docuserie sono state anticipate in queste ore da Il Giornale. Bossetti, come il primo giorno dall’arresto, anche in questa occasione continua a professarsi innocente:
“È più facile puntare il dito contro una persona, condannarla, che ammettere di aver fatto un grosso sbaglio. Provate a immedesimarvi. Come persona. Come marito. Come padre. Come figlio”.
Poi, quando pensa al momento della condanna all’ergastolo scoppia in lacrime:
“È difficile parlare quando ti piomba addosso una parola così pesante. ‘L’ergastolo’. Mi stai toccando delle cose che mi fanno male. Non riesco a vedere il mio futuro. Cerco con forza di vivere il presente giorno per giorno, di dare la forza ai miei figli, di non preoccuparsi, di non cercare di farli sentire come mi sento. Cerco di non farmi uccidere dalla giustizia che ha tentato di abbattermi”.
La serie “Il caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio”
All’interno della docuserie viene trattata l’intera vicenda, dalla scomparsa avvenuta il 26 novembre 2010 al ritrovamento del corpo del 26 febbraio 2011, ed infine il processo: testimonianze nuove ma anche filmati dell’epoca. Oltre a Bossetti, a parlare ci sono anche delle persone vicine a lui, come la moglie Marita Comi e il suo avvocato Claudio Salvagni.
La verità giudiziaria sull’omicidio di Yara è che Bossetti è colpevole, poiché condannato in tre gradi di giudizio all’ergastolo, ma una parte della popolazione crede all’innocenza dell’uomo.
Il legale di Bossetti a Fanpage ha spiegato il motivo di questo progetto:
“Secondo me era fondamentale che venisse fatta una ricostruzione il più oggettiva possibile. Io non ho mai chiesto che ci fosse un prodotto ‘pro difesa’, ma uno oggettivo, questo sì”.