La più grande star italiana del cinema muto tra il 1912 e il 1921 fu Francesca Bertini, nome d’arte della napoletana Elena Vitiello, nata nel 1892 da un’attrice di nome Adelaide Fratiglioni, che sposò in seguito un trovarobe partenopeo che adottò la sua bambina.
Decisa a farsi strada nel mondo del cinema, a 18 anni la ragazza si trasferì a Roma dove, complice un talento naturale, l’espressività del volto e un’indubbia bella presenza, fu scritturata per alcune parti secondarie in cortometraggi di vario genere, tra cui Salomé e Trovatore.
Notata dalla casa cinematografica Phaté, celebre per la produzione di film storici accurati e dai colori tenui e delicati, la Bertini interpretò pellicole come Francesca da Rimini, Cesare Borgia, Beatrice d’Este.
La svolta nella carriera della giovane attrice si ebbe nel 1914, anno che la consacrò artista completa e dotata oltre che “divina” assoluta: Histoire d’un Pierrot e Sangue blu furono tra le sue migliori interpretazioni di sempre e le permisero di diventare una diva affermata non solo in Italia ma anche all’estero, dove fu sempre amata e apprezzata.
La prova più alta secondo la critica, Francesca Bertini la raggiunse nel ruolo di Assunta Spina, girato a Napoli e considerato ancora oggi un capolavoro del verismo cinematografico italiano.
Nel 1921 l’attrice sposò il banchiere svizzero Alfred Cartier e iniziò a diradare le sue apparizioni pubbliche, che man mano divennero praticamente nulle; nel 1975 il regista Bernardo Bertolucci riuscì a convincere la diva ad uscire dal proprio volontario isolamento e ad apparire in un piccolo ma prestigioso cameo in Novecento, una delle sue pellicole più famose e discusse.
Tra i titoli di film interpretati dalla Bertini, meritano di essere menzionati ancora La signora delle Camelie, Odette, Tosca.
Francesca Bertini si spense nel 1985; con lei, rimasta nell’immaginario collettivo come la donna passionale, forte, spesso drammatica che era solita rappresentare sullo schermo, è scomparsa una delle ultime vere dive del cinema del XX secolo.