Dalla Germania, dove vide la luce, il Romanticismo si diffuse rapidamente in tutti i Paesi europei assumendo connotazioni e caratteristiche diverse a seconda del terreno storico, culturale e sociale appartenente ai singoli Stati.
In Inghilterra si sviluppò una letteratura dai forti accenti eroici individualisti, meravigliosamente espressa nelle opere poetiche di Byron, Shelley e Keats, mentre sul fronte della prosa Walter Scott aprì la strada al successo di critica e pubblico del romanzo storico, destinato a diffondersi in gran parte del Vecchio Continente.
In Francia il movimento romantico iniziò la sua diffusione grazie all’opera di Madame de Stael autrice di De l’Allemagne; i maggiori esponenti del Romanticismo d’oltralpe furono Chateaubriand, De Musset, Hugo e De Vigny.
Nel 1816 la Stael, attraverso la stesura di un articolo pubblicato sulla rivista Biblioteca Italiana, si permise di criticare gli artisti e letterati italiani, a suo giudizio troppo ancorati ai vecchi schemi della tradizione classica, spronandoli ad aprirsi alle nuove idee provenienti dal resto dell’Europa: ne nacque un’accesa polemica che divise in due il mondo culturale italiano, che vide da una parte i sostenitori delle nuove tendenze come Berchet, Borsieri e Ludovico di Breme, dall’altra i difensori del classicismo a oltranza, tra cui il poeta Monti e il Giordani.
Il movimento romantico assunse nel nostro Paese peculiarità del tutto diverse rispetto agli Stati del Nord, e si caratterizzò soprattutto per lo stretto legame con la condizione politica e le rivendicazioni popolari dell’epoca, facendosi spesso portavoce dell’impegno patriottico-risorgimentale che contraddistinse l’Italia di quegli anni grandiosi e tormentati che culminarono con il raggiungimento della tanto attesa Unità, mentre dal punto di vista strettamente artistico, ebbe la massima espressione e compiutezza nel capolavoro manzoniano I promessi sposi e nella lirica leopardiana dei Canti.