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La lotta al caporalato è stato annunciata dalla ministra del Lavoro, Marina Calderone, a seguito dell’incontro con sindacati e imprese, avvenuto pochi giorni dopo la tragica morte di Satnam Singh, il bracciante indiano di 31 anni abbandonato in strada a Cisterna di Latina, dopo aver perso un braccio sul posto di lavoro.
La decisione del Governo
La morte del giovane lavoratore ha scosso la coscienza nazionale e ha portato alla luce le condizioni di lavoro disumane dei braccianti nei campi italiani. A tal proposito, in risposta a questa tragedia, il governo italiano ha dichiarato guerra al caporalato:
“Lo scopo di tutti è dichiarare guerra al caporalato ed intensificare le azioni a contrasto di un sistema che mortifica il lavoro, mette a repentaglio le vite umane e non fa crescere certo un comparto strategico come l’agricoltura”.
Queste le parole della ministra Calderone al termine dell’incontro con rappresentanze sindacali e datoriali.
Le parole del ministro Lollobrigida
A prendere parola sull’argomento anche il ministro Lollobrigida:
“Una delle cose emersa dalla riunione è che in queste situazioni accade un fatto: la criminalizzazione di uno degli anelli della filiera. Al decesso di un operaio per colpa di un criminale, si criminalizzano le imprese agricole”.
Dunque, secondo il ministro, queste morti dipendono da criminali, non dal sistema delle imprese agricole. I ministri non ci stanno e dicono di non potersi permettere a pochi criminali di lucrare sulle spalle di lavoratori onesti, infangando la reputazione delle nostre imprese agricole.
La versione dell’opposizione al Governo
L’opposizione al Governo si dice però preoccupata da questo intervento, la perplessità è che tale notizia possa servire soltanto a conquistare qualche titolo di giornale:
“Per quanto ci riguarda, crediamo che sia necessario rivedere il decreto Flussi, che nel 2024 è stato un fallimento, e istituire il reato di omicidio sul lavoro per casi come quello di Satnam, dove le responsabilità di datori di lavoro senza scrupoli sono evidenti”.