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La crisi del personale nella ristorazione: storie di imprenditori in difficoltà

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Un imprenditore romeno racconta le sfide di gestire un ristorante a Milano.

La crisi del personale nella ristorazione: storie di imprenditori in difficoltà

Negli ultimi anni, il settore della ristorazione in Italia ha affrontato sfide senza precedenti, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di personale. Adrian, un imprenditore romeno che ha aperto un ristorante nel cuore di Milano, condivide la sua esperienza, evidenziando le difficoltà nel trovare e mantenere dipendenti qualificati. La sua storia è emblematicamente rappresentativa di una crisi più ampia che sta colpendo il settore.

Le difficoltà nel reclutamento di personale

“Quando ho aperto, ho pensato a tutte le cose che potevano andare storte: i cento coperti, che sono difficili da riempire, l’affitto elevato, la mia nazionalità”, racconta Adrian. La sua esperienza nel reclutamento è stata frustrante: “Su dieci persone, se ne presentano due ai colloqui. Chi viene assunto, invece, non accetta i consigli dei colleghi e punta a farsi licenziare per avere la disoccupazione”. Queste parole riflettono una realtà inquietante, dove il numero di candidati è drasticamente diminuito e la motivazione dei lavoratori è in calo.

Un percorso di sacrifici e sfide

Adrian è arrivato in Italia nel 2009, iniziando la sua carriera come lavapiatti. “Per 15 anni non ho fatto un weekend a casa, non ho fatto una festività a casa e non sono mai rientrato prima di mezzanotte”, racconta. La sua dedizione e il suo impegno sono stati fondamentali per realizzare il sogno di gestire un ristorante. Tuttavia, la situazione attuale sembra capovolta. “I soldi non sono più una motivazione”, afferma, evidenziando come la mancanza di obiettivi tra i giovani lavoratori stia influenzando negativamente il settore.

Il cambiamento delle dinamiche lavorative

Adrian sottolinea che le condizioni di lavoro sono cambiate drasticamente. “Quando ho iniziato a lavorare, mi davano ottocento euro al mese, in nero. Erano condizioni di sfruttamento, ma ho accettato per imparare il mestiere”. Oggi, però, la situazione è diversa. “A luglio ho perso lo chef, che prendeva quattromila euro netti al mese, perché non voleva lavorare più nei weekend e la sera”. Questo cambiamento nelle aspettative dei lavoratori rappresenta una sfida significativa per gli imprenditori, che devono adattarsi a una nuova realtà.