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La Corte Costituzionale si trova di fronte a una situazione complessa riguardo al voto di Marini, con le opposizioni che sembrano prendere posizione verso un'astensione simile a quella storica dell'Aventino.

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Tensione e strategie politiche: il delicato voto per la Corte costituzionale mette alla prova la coalizione di governo e le opposizioni

L’obiettivo di Giorgia Meloni di far eleggere Francesco Saverio Marini, attuale consulente legale di Palazzo Chigi, nella Corte costituzionale, è ora appeso a un delicato voto. In quest’ultima giornata prima della votazione, si respira una certa tensione. Nella maggioranza, la notizia della convocazione di alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia ha suscitato l’ira della Meloni, dando inizio a una “caccia al traditore”. Anche le opposizioni considerano l’azione della premier come un “blitz inaccettabile”, e faticano a trovare un consenso.

Carlo Calenda, leader di Azione

sottolinea il desiderio di non ripetere l’errore di qualche tempo fa sulla situazione Rai, quando il fronte unitario si è fratturato. Finora è chiaro che Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra non parteciperanno al voto. Anche Italia Viva ha optato per l’astensione, smentendo voci su parlamentari pronti a esprimere un voto favorevole. Sempre considerando assenze e potenziali outsider, il centrodestra necessita di ulteriori voti per raggiungere il quorum di 363. Si guarda con attenzione al Svp, mentre fino a sera continuano trattative e calcoli. Se i risultati dovessero risultare troppo incerti, alcuni membri della maggioranza non escludono l’idea di un voto di scheda bianca per preservare la candidatura di Marini. Nondimeno, è chiaro che Meloni ha messo in atto un piano strategico per garantire la sostituzione di Silvana Sciarra, ex presidente della Consulta, che tra un mese avvierà la discussione su questioni di legittimità costituzionale riguardanti l’Autonomia differenziata, dopo dieci mesi di attesa.

La rabbia della premier per la diffusione di informazioni riservate dalle chat interne di FdI ha aumentato ulteriormente il peso politico di questa decisione. Infatti, si è deciso di non attendere fino a dicembre, come inizialmente concordato per sette votazioni, quando si avrà il cambio di tre membri della Corte. Questo lascerà quindi alle opposizioni la responsabilità di nominare uno su quattro. Anche Forza Italia ha sottolineato l’importanza di mantenere la massima attenzione tra i propri membri, mostrando di essere propensa a supportare Marini, ex consulente legislativo del partito durante la scorsa legislatura. Si vocifera anche del viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, come possibile candidato per uno delle posizioni che diverranno vacanti in Corte costituzionale. Anche Noi Moderati si è impegnerà a fornire i suoi voti. Dalla Lega, è arrivata l’istruzione di garantire la presenza in tutte le votazioni, necessarie per raggiungere il quorum, come riferito da fonti vicine a Matteo Salvini, reduce da un weekend tumultuoso di dispute con il vicepremier Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri e deputato di FI non sarà presente poiché sarà in Argentina, e non sarà l’unico mancante nel centrodestra, pensando a Umberto Bossi. Ogni votazione si rivela cruciale, sarà necessario anche un supporto dagli avversari politici, con attenzione rivolta ai rappresentanti della Svp. Nel mentre avveniva l’indirettiva di FdI, giovedì scorso, Meloni ha contattato Elly Schlein per sollecitare un’unione tra le forze politiche sul tema della politica estera, vista l’imminente crisi in Medio Oriente. Il giorno seguente, la segretaria del Pd ha espresso stupore, durante i colloqui con diversi interlocutori, per non essere stata informata da Meloni riguardo all’accelerazione su Marini.

Il Partito Democratico

ha deciso di astenersi dalla votazione, con Pier Ferdinando Casini che invece parteciperà per motivi istituzionali. La scelta di rimanere o meno in Aula verrà discussa in un incontro dei gruppi che si svolgerà poco prima dell’appuntamento. Il Movimento 5 Stelle ha già confermato la sua assenza, ma gli altri partiti di opposizione sono in attesa di osservare le strategia del gruppo guidato da Giuseppe Conte. Angelo Bonelli, da Avs, ha ribadito l’invito rivolto a Meloni affinché avvii un dialogo con le opposizioni, avvertendo che senza confronto non parteciperanno alle votazioni. Calenda ha sottolineato che non è possibile proseguire in questo modo senza intervenire; ha riconosciuto le difficoltà dovute alla mancanza di ascolto da parte della maggioranza, ma ha altresì affermato l’importanza di continuare a insistere per trovare una posizione comune con le altre forze di opposizione.