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Una sentenza storica
La recente sentenza numero 33 della Corte costituzionale rappresenta un cambiamento significativo nella legislazione italiana riguardante l’adozione internazionale. Fino ad oggi, le persone singole erano escluse dalla possibilità di adottare minori stranieri in situazione di abbandono. La Corte ha dichiarato questa esclusione come costituzionalmente illegittima, affermando che contrasta con i principi fondamentali della nostra Costituzione e con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La Corte ha sottolineato che l’adozione è un istituto ispirato a un principio di solidarietà sociale, volto a tutelare il benessere del minore. L’interesse di una persona a diventare genitore, sebbene non possa essere considerato un diritto assoluto, rientra nella libertà di autodeterminazione. Questo aspetto deve essere preso in considerazione nel valutare le scelte legislative, specialmente in un contesto in cui le domande di adozione sono in calo.
Idoneità affettiva e rete familiare
La Corte ha affermato che le persone singole possono, in astratto, garantire un ambiente stabile e armonioso per un minore in stato di abbandono. Tuttavia, spetta al giudice valutare concretamente l’idoneità affettiva dell’aspirante genitore, considerando anche la sua rete familiare di supporto. Questo approccio mira a garantire che ogni adozione avvenga nel migliore interesse del minore, senza pregiudizi basati sullo stato civile dell’adottante.
Implicazioni per il futuro
Questa sentenza potrebbe avere un impatto significativo sul numero di adozioni internazionali in Italia. Con una significativa riduzione delle domande di adozione, l’apertura alle persone singole potrebbe contribuire a garantire che più minori trovino un ambiente familiare stabile e amorevole. La Corte ha messo in evidenza che il divieto attuale rischia di compromettere il diritto del minore a essere accolto in una famiglia, un aspetto cruciale per il suo sviluppo e benessere.