Dopo essere stato uno dei personaggi più rappresentativi della scena punk-rock italiana per quasi trent’anni e una delle figure più carismatiche della sinistra antagonista “radical chic”, Giovanni Lindo Ferretti, lo storico leader dei CCCP e dei C.S.I., negli ultimi tempi è tornato prepotentemente a far parlare di sé per la sua per certi versi sconvolgente, inaspettata, improvvisa conversione al cattolicesimo.
Che il Ferretti stesse maturando idee molto lontane dal suo passato di extra-parlamentare di Lotta Continua si era già capito dal 2005, quando, in occasione del referendum sulla procreazione assistita, si dichiarò favorevole all’astensione, provocando la dura reazione del quotidiano Liberazione, che senza mezzi termini lo accusò di rinnegare il proprio passato. All’indomani delle elezioni politiche del 2006, inoltre, disse pubblicamente di aver espresso il suo voto per la coalizione politica del centrodestra e l’8 marzo del 2008, ormai sulla via di una vera e propria conversione, partecipò a una manifestazione del movimento antiabortista di Giuliano Ferrara, pronunciando anche un discorso in favore delle istanze di quella lista. E arriviamo così al recente passato, alle ultime elezioni regionali del 2010, in occasione delle quali l’artista ha detto di aver votato per la Lega Nord. In un’intervista rilasciata al quotidiano Libero motivò così la sua radicale inversione di tendenza: “dopo aver cercato il senso in mille modi senza trovarlo l’ho trovato tornando a casa. Al mio mondo di quando ero bimbo: i monti, il rosario [..] – Ma Giovanni Lindo Ferretti oggi chi è? – Nel Te Deum può scoprirlo. Sono uno che iniziò a curiosare tra i libri dell’allora cardinale Ratzinger per capire perché molti ne parlassero male. E ora che sono tornato a casa, Benedetto XVI è il mio maestro“.
Chi è curioso di vederlo nella nuova versione “monacale”, troverà nel prossimo post il video di una sua recente partecipazione a una nota trasmissione televisiva. Al di là di ogni commento impietoso sul suo “voltafaccia”, Giovanni Lindo Ferretti io preferisco considerarlo – sempre e comunque – come una delle voci più “alternative”, ironiche, poetiche, ispirate e culturalmente di maggior spessore del panorama musicale italiano.