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La controversa sospensione delle comunioni nelle parrocchie dell'Alta Val di Non

Immagine che rappresenta la sospensione delle comunioni nelle parrocchie

Le rigide regole imposte da Don Michele Vulcan sollevano polemiche tra le famiglie

La decisione di Don Michele Vulcan

Da due anni, Don Michele Vulcan ha preso una decisione che ha scosso le comunità delle sue 15 parrocchie nell’Alta Val di Non: ha sospeso le comunioni e le cresime. Questa scelta, motivata dalla scarsa partecipazione alle messe e alla vita religiosa, ha suscitato un acceso dibattito tra le famiglie locali. Molti genitori si sentono frustrati e confusi, poiché le regole imposte dal parroco sembrano più un ostacolo che un’opportunità per avvicinarsi alla fede.

Regole rigide e mancanza di supporto

Don Michele ha introdotto regole rigorose, come incontri mattutini prima della scuola e un’ora settimanale di catechesi. Tuttavia, queste misure non sono supportate da alcuna normativa ufficiale della Chiesa cattolica, il che ha portato a una crescente insoddisfazione tra i genitori. Molti di loro percepiscono queste regole come un ricatto morale piuttosto che un vero e proprio percorso spirituale. La mancanza di comunicazione e di supporto da parte della Curia di Trento ha ulteriormente aggravato la situazione, lasciando le famiglie in una sorta di limbo religioso.

Il silenzio di Don Michele e le reazioni della comunità

Nonostante le numerose richieste di chiarimenti, Don Michele ha scelto di non commentare la situazione quando cercato dalle telecamere. Questo silenzio ha alimentato ulteriormente le polemiche, con molti che si chiedono quali siano le reali motivazioni dietro le sue decisioni. La comunità è divisa: da un lato ci sono coloro che sostengono le sue scelte, credendo che siano necessarie per riportare la disciplina e la serietà nella vita religiosa; dall’altro, ci sono i genitori che si sentono esclusi e penalizzati per la mancanza di partecipazione dei loro figli.

In un contesto in cui la fede sembra perdere terreno, la questione delle comunioni e delle cresime diventa un simbolo di una crisi più profonda all’interno della Chiesa. La speranza è che un dialogo aperto e costruttivo possa emergere da questa situazione, permettendo alle famiglie di ritrovare un legame significativo con la loro comunità religiosa.