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Il caso del mantenimento e la sentenza della Cassazione
Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che ha sollevato un acceso dibattito riguardo al mantenimento dei figli adulti. In particolare, i giudici hanno stabilito che un padre non è tenuto a sostenere economicamente un figlio di 30 anni, iscritto a un corso di laurea triennale a Bari, che risulta fuoricorso da anni. Questa decisione si basa sulla considerazione che il giovane, pur essendo formalmente iscritto all’università, non ha mostrato alcun impegno nel completare il suo percorso di studi.
Le motivazioni della sentenza
La Cassazione ha ritenuto che non ci siano impedimenti o ostacoli personali che giustifichino il prolungamento del mantenimento. I giudici hanno sottolineato come, a questa età, il giovane dovrebbe essere in grado di raggiungere l’autosufficienza economica. La sentenza ha rigettato la richiesta del 30enne e della madre, che accusavano il padre di non rispettare gli accordi presi in sede di divorzio. Secondo la Corte, il padre aveva continuato a pagare le tasse universitarie fino al 2017, mentre il figlio non si presentava agli esami da tempo, dimostrando un comportamento di ‘inerzia colpevole’.
Questa decisione della Cassazione non solo chiarisce le responsabilità dei genitori nei confronti dei figli adulti, ma solleva anche interrogativi sulle aspettative sociali riguardo al mantenimento. In un contesto in cui molti giovani si trovano a dover affrontare difficoltà economiche e lavorative, la sentenza potrebbe essere interpretata come un invito a riflettere sull’importanza dell’autonomia e della responsabilità individuale. Inoltre, potrebbe influenzare futuri casi legali simili, stabilendo un precedente significativo nel diritto di famiglia.