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La Cassazione e i diritti del minore: un caso emblematico

Immagine che rappresenta i diritti del minore nella Cassazione

La Suprema Corte stabilisce che le scelte religiose dei genitori non possono ledere i diritti del bambino.

Il caso del bambino e la decisione della Cassazione

Il , la Cassazione ha emesso un’ordinanza che ha suscitato ampio dibattito, stabilendo che le convinzioni religiose o ideologiche dei genitori non possono prevalere sugli interessi del figlio. Questo principio è emerso in un caso specifico riguardante un bambino affetto da una grave malformazione cardiaca, che necessitava di un intervento chirurgico e di una possibile trasfusione di sangue. I genitori, tuttavia, avevano posto condizioni riguardo alla trasfusione, richiedendo che il sangue provenisse esclusivamente da donatori non vaccinati contro il Covid-19.

Le motivazioni dei genitori e la risposta dell’ospedale

I genitori del minore hanno giustificato la loro posizione con motivazioni religiose, sostenendo che le linee cellulari utilizzate per produrre il vaccino anti-Covid derivassero da feti abortiti. Inoltre, esprimevano preoccupazioni riguardo alla proteina spike presente nel vaccino. Di fronte a questa situazione, l’ospedale ha cercato di spiegare ai genitori che non era possibile garantire donatori non vaccinati. Pertanto, si è rivolto al giudice tutelare di Modena per ottenere l’autorizzazione all’intervento chirurgico e alla trasfusione, ritenendo che la salute del bambino dovesse avere la priorità.

Il ruolo del giudice e la sentenza finale

Il giudice ha considerato irragionevole la richiesta dei genitori, nominando il direttore generale dell’ospedale come curatore del minore per esprimere il consenso all’intervento. Nonostante il ricorso dei genitori al tribunale dei minorenni di Bologna, che ha respinto la loro richiesta, la questione è giunta fino alla Cassazione. La Corte ha rigettato il ricorso, affermando che la richiesta di trasfusioni da donatori non vaccinati rappresenta una scelta di coscienza religiosa che non può essere imposta al minore. L’ordinanza, firmata dalla presidente della prima sezione civile Maria Acierno, ha sottolineato l’importanza di considerare i diritti e gli interessi del bambino, che devono essere tutelati indipendentemente dalle convinzioni familiari.